MILANO (Reuters) - Prima del deflagrare della crisi ucraina la congiuntura italiana - come prima quella cinese, poi quella Usa e in ultimo quella della zona euro - dava confortanti segnali di recupero e si era riportata sostanzialmente su livelli pre-crisi.
L'indicatore mensile 'Weip' a cura di Prometeia relativo a febbraio segna un recupero a 102,5 da 101,9 di gennaio.
Da una settimana a questa parte lo scenario è però radicalmente mutato, scrive il rapporto Weip Prometeia, il cui titolo per il mese scorso recita 'La guerra in Ucraina piombata come un macigno sulla via della normalizzazione post-pandemia'.
"Fino alla scorsa settimana, sembravano esservi le condizioni per lasciarsi finalmente alle spalle questi due lunghissimi anni di pandemia e ripartire. () In molte aree del mondo l’attività economica (misurata dal Pil) era tornata ai livelli pre-crisi () e anche per l'Italia il traguardo non sembrava lontano, come testimoniano i dati diffusi oggi da Istat" si legge nella nota Prometeia.
Secondo l'ufficio studi, tutto lasciava sperare che il punto di minimo fosse stato toccato a gennaio e già febbraio potesse vedere una accelerazione dell'attività economica.
Tuttavia, "l'invasione dell'Ucraina ha cambiato le prospettive, non solo per i suoi drammatici risvolti umani, ma anche in termini economici. Gli scenari che si sono aperti sono molteplici e complessi; Prometeia li sta valutando e rivedrà quanto prima le sue previsioni".
(Alessia Pé, editing Andrea Mandalà)