MILANO (Reuters) - L'Italia chiude il 2021 con il Pil in crescita del 6,6%, con un'economia in ripresa dopo il crollo dell'9,0% (leggermente rivisto dal precedente -8,9%) dovuto alla crisi pandemica nel 2020, appena sopra le stime del governo.
Lo rende noto Istat, fornendo il bilancio consolidato di tutte le amministrazioni pubbliche valido ai fini di Maastricht.
Lo scorso anno l'indebitamento netto è stato pari al 7,2% del Pil, a fronte del 9,6% registrato nel 2020 e rispetto al 9,4% stimato dal governo.
Il debito pubblico scende al 150,4% del Pil dal 155,3% (rivisto) del 2020, contro il 153,5% ipotizzato dall'esecutivo.
"A trascinare la crescita del Pil è stata soprattutto la domanda interna (). Dal lato dell'offerta di beni e servizi, il valore aggiunto ha segnato crescite marcate, particolarmente nelle attività manifatturiere, nelle costruzioni e in molti comparti del terziario", sottolinea Istat.
Il saldo primario (indebitamento netto meno spesa per interessi) misurato in rapporto al Pil è stato pari nel 2021 a -3,6% (-6,1% nel 2020).
La pressione fiscale complessiva (ammontare delle imposte dirette, indirette, in conto capitale e dei contributi sociali in rapporto al Pil) è risultata pari al 43,4%, in aumento rispetto all'anno precedente.
Di seguito i dati forniti da Istat (percentuale in rapporto al Pil):
2021 2020
PIL 6,6 -9,0
DEFICIT 7,2 9,6
DEBITO 150,4 155,3
AVANZO PRIMARIO -3,6 -6,1
PRESSIONE FISCALE 43,4 42,8
Contributi alla crescita del Pil 2021:
Domanda nazionale a netto scorte +6,2
- Consumi finali nazionali +3,2
- Spesa famiglie residenti e Isp +3,0
- Spesa Ap +0,2
- Investimenti fissi lordi +3,0
Variazione scorte +0,2
Domanda estera netta +0,2
(Sara Rossi, editing Stefano Bernabei)