di Elvira Pollina e Giuseppe Fonte
MILANO/ROMA (Reuters) - Dopo dieci mesi consecutivi di calo, a febbraio tornano a salire in Italia gli occupati a tempo indeterminato, in quello che potrebbe rappresentare un primo effetto positivo degli incentivi per le assunzioni permanenti per gli under 35 al primo contratto.
Secondo gli economisti, è troppo presto per dire se gli sgravi contributivi uniti ad una crescita economica che dovrebbe proseguire a ritmi simili a quelli dell'anno scorso (intorno a 1,4-1,5%) possano portare le imprese a prediligere le assunzioni stabili, invertendo il trend osservato nell'ultimo anno.
Due le incognite principali: il rischio di un impatto negativo della fase di stallo post-elettorale e quello esogeno di una guerra commerciale, dopo l'annuncio da parte dell'amministrazione Usa di dazi per 50 miliardi di dollari su una serie di prodotti cinesi, cui Pechino ha replicato con misure analoghe
Venendo ai numeri diffusi stamane da Istat, a febbraio gli occupati sono cresciuti di 19.000 unità su base mensile (+0,1%), arrivando a quota 23,055 milioni, tenendosi sui massimi da circa quarant'anni.
L'aumento è frutto di un incremento di 54.000 unità (+0,4%) dei dipendenti permanenti e di 4.000 unità di quelli a termine (+0,1%), accanto a una diminuzione degli indipendenti di 39.000 unità (-0,7%).
"E' presumibile che sia un effetto degli sgravi inseriti nell'ultima finanziaria", commenta Nicola Nobile, economista di Oxford Economics, ricordando come la dinamica di aumento dei contratti peramenenti -- non evidenziata dai dati Istat di gennaio -- sia stata anticipata dai numeri forniti nei giorni scorsi dall'Inps.
Su base annua si conferma una crescita degli occupati (+109.000) legata in larga parte all'aumento dei dipendenti a termine (+363.000) mentre i permanenti sono rimasti stabili e i lavoratori autonomi sono scesi di 219.000 unità.
L'aumento delle persone con un'occupazione si accompagna ad una discesa del numero dei disoccupati che calano di 49.000 unità rispetto a gennaio, portandosi a quota 2,835 milioni, 143.000 unità in meno rispetto a febbraio dell'anno scorso.
Il tasso di disoccupazione scende così a 10,9% da 11,1% di gennaio, risultando di un decimo inferiore alla mediana delle stime degli economisti interpellati da Reuters in un sondaggio condotto nei giorni precedenti la pubblicazione del dato.
Si conferma il gap con la zona euro, dove a febbraio il tasso di disoccupazione è sceso di un decimo a 8,5%, come previsto.
TREND CALO INATTIVI SI E' INTERROTTO
Il calo del tasso di disoccupazione italiano è in parte legato all'aumento degli inattivi, cioè delle persone che non hanno un lavoro e non lo cercano attivamente. Su base mensile sono cresciuti di 28.000 unità (+0,2%), mentre su base annua sono rimasti praticamente stabili.
Proprio la stabilizzazione degli inattivi, che, come rileva rileva l'economista di Ing Paolo Pizzoli, ha interrotto il trend discendente ad agosto dell'anno scorso, è uno dei fattori che potrebbe contribuire ad una progressiva e lenta discesa del tasso di disoccupazione nel corso dei prossimi mesi, assumendo che prosegua l'incremento degli occupati al ritmo di 50.000-60.000 unità a trimestre.
"Se effettivamente ci sarà un'accelerazione dell'occupazione nei prossimi mesi, è possibile che questa possa portare a un calo -- anche se non particolaremente rapido -- del tasso di disoccupazione, calo che è stato rallentato negli ultimi anni dall'aumento delle forze di lavoro", conclude Pizzoli, secondo cui il tasso di disoccupazione potrebbe portarsi intorno a 10,5% sul finire di quest'anno.