Investing.com - Il prezzo dell’oro sale questo mercoledì, mentre sui mercati cresce l’attesa per i dati statunitensi previsti nel corso della giornata che forniranno maggiori informazioni sulla forza dell’economia e sull’eventualità di un aumento dei tassi di interesse a breve termine.
Gli Stati Uniti pubblicheranno il report ADP sull’occupazione per il mese di novembre alle 8:15 ET. I traders seguiranno con particolare attenzione inoltre il discorso della Presidente della Federal Reserve Janet Yellen sulle previsioni economiche USA alle 12.25 ET.
I riflettori sono puntati anche sul report sull’occupazione non agricola di venerdì, l’ultimo report sul’occupazione prima che la Fed prenda una decisione sui tassi di interesse in occasione del vertice previsto il 15 e 16 dicembre.
Cresce l’attesa anche per l’esito del vertice della Banca Centrale Europea, atteso per domani, tra le speculazioni che la banca possa aumentare il programma di stimolo monetario.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, l’oro con consegna a febbraio sale di 3,40 dollari, o dello 0,32%, a 1.066,90 dollari l’oncia troy negli scambi della mattinata europea.
Ieri, l’oro è sceso di 1,80 dollari, o dello 0,17%.
Dai dati rilasciati ieri è emerso che l’attività del settore manifatturiero statunitense si è contratta al tasso più veloce dal luglio del 2009 a novembre. I dati deludenti hanno smorzato l’ottimismo per la forza dell’economia ed hanno fatto aumentare le speculazioni che la Fed possa rinviare l’aumento dei tassi di interesse al prossimo anno.
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, sale dello 0,05% a 99,93, giù dal massimo di otto mesi di 100,35 registrato all’inizio della settimana.
La scorsa settimana, l’oro è crollato al minimo di sei anni di 1.051,60 dollari tra le aspettative che la Fed possa alzare i tassi per la prima volta in quasi un decennio in occasione del vertice in agenda a metà dicembre. Le aspettative di un aumento anticipato dei tassi di interesse pesano sull’oro, poiché il metallo prezioso non riesce a competere con gli investimenti ad alto rendimento in concomitanza all’aumento dei tassi.
Intanto, i futures dell’argento con consegna a dicembre salgono di 7,2 centesimi, o dello 0,51%, a 14,15 dollari l’oncia troy. La scorsa settimana il prezzo ha toccato i 13,85 dollari, il minimo dall’agosto del 2009.
Il rame scende questo mercoledì, poiché molti traders sono delusi dal volume dei tagli annunciati dai produttori cinesi del metallo industriale, considerati troppo esigui per poter avere un impatto significativo su un mercato in cui il metallo risulta decisamente in esubero.
Le dieci principali fonderie cinesi hanno dichiarato di essere intenzionate a ridurre la produzione di 350.000 tonnellate metriche il prossimo anno. Il gruppo ha chiesto inoltre al governo di acquistare il metallo per le riserve strategiche.
Una serie di report deludenti sul settore manifatturiero rilasciati ieri hanno scatenato i timori per lo stato di salute dell’economia cinese. I dati poco incoraggianti indicano che l’economia sta gradualmente rallentando e che Pechino dovrà introdurre nuove misure a sostegno della crescita nei prossimi mesi.
Il prezzo del rame è crollato di oltre il 30% da maggio per via della possibilità di un aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti e dell’indebolimento della crescita economica globale, soprattutto in Cina.
Con il 45% della richiesta globale di rame, la nazione asiatica può essere considerata il principale consumatore mondiale del metallo rosso.