MILANO, 17 ottobre (Reuters) - Si è riaperta oggi a Milano la discussione tra Petro Poroshenko, Vladimir Putin e i vertici europei, sulla crisi dell'Ucraina. Restano molte differenze e non sono ancora in vista passi decisivi verso una soluzione. Si registra un passo avanti, ma non un accordo definitivo, sulla fornitura di gas russo e una prima disponibilità di massima sul controllo tecnologico dei confini.
"Continueremo a trattare. Ci sono stati progressi su alcuni dettagli, ma la questione chiave è la continua violazione dell'integrità territoriale dell'Ucraina", ha detto il cancelliere tedesco Angela Merkel, spiegando che non c'è stata una vera e propria svolta.
Il presidente russo, con riferimento all'incontro con l'omologo ucraino e i vertici di Bruxelles e dei principali paesi europei, ha parlato di incontro "positivo", ma poco dopo il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, si è premurato di dire che i colloqui milanesi "sono davvero difficili, carichi di incomprensioni, disaccordi".
L'Europa è arrivata al vertice odierno con il timore che la decisione di Mosca di tagliare le forniture di gas all'Ucraina per le fatture non pagate possa provocare problemi agli approvvigionamento nel resto del continente. La Russia è il primo fornitore di gas all'Europa, visto che soddisfa circa un terzo della domanda, mentre circa la metà del gas arriva all'Ue transitando dall'Ucraina.
Il tema del gas è stato al centro del terzo incontro della giornata tra Poroshenko e Putin, un bilaterale dopo l'incontro mattutino con i vertici europei e il vertice a quattro con Francois Hollande e Merkel.
"Posso dire che abbiamo fatto dei progressi, lasciando però alcuni dettagli ancora da discutere" ha detto Poroshenko in conclusione. Mentre Putin, dopo il bilaterale, ha parlato di intesa sulla fornitura di gas, almeno per il periodo invernale, e ha mandato un messaggio ai paesi europei, dicendo di sperare che aiutino l'Ucraina a corto di liquidità.
ACCORDO DI MASSIMA PER CONTROLLO CONFINI CON DRONI
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, che ha coordinato l'incontro della mattinata, ha affermato che "la discussione è stata positiva", pur sottolineando che "permangono differenze, molte differenze".
Renzi inoltre ha spiegato che Italia, Germania, Francia, Russia e Ucraina "sono disponibili" alla possibilità di controllare i confini anche "con nuovi strumenti tecnologici", come i droni, come proposto da Francois Hollande.
Il presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso ha sottolineato che la chiave sta nella "messa in pratica del protocollo di Minsk", sinora disatteso, con riferimento particolare a tre obiettivi: verificare il cessate il fuoco, garantire che le elezioni locali nelle zona interessate dal conflitto siano svolte nel quadro della legge ucraina e controllare la situazione dei confini.
Barroso ha inoltre sottolineato come nell'incontro odierno "nessuno ha messo in discussione la sovranità dell'Ucraina" e che un tavolo tecnico preparerà "il meeting della prossima settimana a Bruxelles che dovrà trovare soluzioni sul fronte energetico".
Secondo fonti della Farnesina, non è stato invece all'ordine del giorno dei colloqui odierni il tema delle sanzioni contro Mosca, imposte dall'Occidente in risposta all'annessione della Crimea all'inizio di quest'anno e al sostegno ai separatisti filo-russi che combattono nell'Ucraina orientale.
MERKEL E CAMERON FERMI SU POSIZIONI CRITICHE
"Sta ovviamente soprattutto alla Russia dire chiaramente che il piano di Minsk viene rispettato", ha detto ieri Merkel. "Sfortunatamente, ci sono ancora molte manchevolezze ma sarà importante cercare qui un dialogo".
E il premier britannico David Cameron ha detto che se la Russia non dovesse adottare le iniziative concordate "è chiaro che l'Ue, Gran Bretagna inclusa, deve mantenere le sanzioni e le pressioni per evitare questo tipo di conflitto nel nostro continente".
Decisamente improntata alla mediazione la posizione italiana. "La mia posizione che confermo e ribadisco è che una eventuale risoluzione delle questione ucraina sarebbe innazitutto utile per l'Ucraina, molto importante per la Russia, ovviamente molto importante per la comunità internazionale perché consentirebbe alla Russia di continuare a giocare un ruolo internazionale nelle questioni internazionali, che sono tante e numerose", ha affermato Renzi, che ha citato tra l'altro l'epidemia di Ebola e la minaccia Isis.