Investing.com - Il prezzo del greggio continua a scendere negli scambi della mattinata europea di questo mercoledì, dopo che l’Arabia Saudita ha ridimensionato le speranze per un taglio della produzione ed in seguito ai dati ribassisti sulle scorte di greggio USA.
Sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna ad aprile crolla di 64 centesimi, o del 2,01%, a 31,23 dollari al barile alle 08:00 GMT, o alle 3:00 ET. Ieri, i futures del greggio scambiati sulla borsa di New York sono crollati di 1,52 dollari, o del 4,55%.
Ieri, alla chiusura dei mercati l’American Petroleum Institute, un gruppo del settore, ha dichiarato che le scorte di greggio statunitensi sono aumentate di 7,1 milioni di barili nella settimana conclusasi il 19 febbraio, contro le aspettative di un aumento di 3,0 milioni di barili.
Le scorte a Cushing, Oklahoma, il principale hub di consegna del WTI, sono salite di 307.000 barili, secondo l’API, scatenando i timori che il principale centro di immagazzinamento della nazione sia quasi pieno.
La U.S. Energy Information Administration pubblicherà il report settimanale sulle scorte di greggio oggi alle 15:30 GMT, o alle 10:30 ET, e si prevede un aumento di 3,5 milioni di barili.
Il prezzo del greggio USA ha visto un crollo di quasi il 17% finora quest’anno tra le preoccupazioni per l’eccesso delle scorte nazionali.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna ad aprile crolla di 35 centesimi, o dell’1,05%, a 32,91 dollari al barile.
Ieri, i futures del Brent scambiati sulla borsa di Londra sono crollati di 1,49 dollari, o del 4,09%, poiché sono venute meno le speranze di un taglio delle forniture dopo che l’Arabia Saudita e l’Iran hanno escluso la possibilità di un congelamento della produzione.
In occasione della conferenza per l’Energia CERAWeek 2016 tenutasi a Houston, il ministro per il petrolio saudita Ali al-Naimi ha dichiarato che il regno non ridurrà la produzione, opponendosi quindi alla richiesta di diminuirla per sostenere i prezzi.
Intanto, l’Iran ha chiarito di non essere interessato a congelare la produzione dopo la cancellazione delle sanzioni, definendo la proposta della scorsa settimana della Russia e dell’Arabia Saudita per una limitazione della produzione “assurda” e “ridicola”.
I futures del greggio sono crollati di quasi il 70% dall’estate del 2014. La produzione globale di greggio supera di gran lunga la domanda a causa dell’impennata della produzione del petrolio di scisto negli Stati Uniti e dopo la decisione dello scorso anno dell’OPEC di non tagliare la produzione per difendere la partecipazione sul mercato.
Intanto, lo spread tra i contratti del greggio Brent e quelli West Texas Intermediate è di 1,68 dollari al barile, rispetto agli 1,40 dollari segnati alla chiusura di ieri.