Mentre le cedole restano una componente essenziale nell’investimento obbligazionario, il capital gain potrebbe essere ricavato dall’irripidimento della curva dei tassi USA e dal calo dello spread BTP-Bund.
L’IMPORTANZA DELLE CEDOLE
Gli investitori a reddito fisso rischiano sempre di dimenticare che il rendimento di un portafoglio obbligazionario è la risultante del mix del movimento dei prezzi e del flusso delle cedole che maturano nel tempo. “L’approccio ‘buy and hold’ all’investimento si basa sull’incasso delle cedole, che maturano giorno per giorno ma in modo frazionale e quasi impercettibile, e le oscillazioni dei prezzi possono oscurare tale flusso costante. È vero che una cedola del 6% paga soltanto lo 0,01645% al giorno, ma è altrettanto vero che in tre anni diventa un 18%, un risultato molto attraente se paragonato al Libor”, puntualizza nell’articolo Obbligazioni, trascurare l’apporto delle cedole porta a errori di valutazione Jeremy Smouha, manager delle strategie Credit Opportunities di GAM Investments. “L’obiettivo è selezionare le emissioni trascurate dagli altri investitori e sottovalutate, che offrono livelli di rendimento maggiori e più comunemente associati alle emissioni junior o subordinate. In modo particolare, optando per le emissioni junior delle società di buona qualità, possiamo godere dei guadagni più consistenti spesso offerti da questi titoli, senza doverci esporre a un rischio di insolvenza superiore” specifica l’esperto. Incrociando tutte le attuali variabili (correzione delle quotazioni delle obbligazioni, cedole dei titoli in portafoglio tendenzialmente al di sopra della media di mercato, rating degli emittenti di qualità medio alta ed effetto ‘pull to par’), Jeremy Smouha, in base anche ai suoi 30 anni di esperienza nel settore, reputa l’attuale contesto similare a quello delineato nel primo trimestre del 2016, quando si registrò una ripresa rapidissima dopo un periodo di incertezza.
LE TRE TRAPPOLE DELL’ESTATE
Joachim Fels, Managing Director e consulente economico globale di PIMCO, ritiene tuttavia opportuno segnalare agli investitori tre possibili trappole. Escludendo quella relativa alle implicazioni del settore tecnologico, le altre due hanno implicazioni piuttosto dirette sul reddito fisso. “In primo luogo, c’è il rischio che l’accelerazione del PIL nominale degli Stati Uniti e le decisioni del FOMC (Federal Open Market Committee, l’organismo interno alla Federal Reserve che sovrintende alle politiche dei tassi USA, ndr) possano spingere i rendimenti dei Treasury statunitensi ancora più in alto. E, se questo dovesse alimentare anche un rally del dollaro USA, le attività dei mercati emergenti potrebbero subire nuovamente delle pressioni” spiega nell’articolo Yuan, Treasury e correzione del settore tech: le tre trappole dell’estate l’esperto. La seconda trappola segnalata da Joachim Fels, riguarda invece un ulteriore deprezzamento dello yuan cinese come conseguenza dell’allentamento della politica monetaria di Pechino. Sebbene finora i mercati abbiano mostrato una certa tolleranza a questo fenomeno, nel momento in cui dovesse acuirsi, l’atteggiamento degli investitori potrebbe cambiare.
CURVA DEI RENDIMENTI USA, PERCHE’ POTREBBE IRRIPIDIRSI
Nel frattempo, gli investitori obbligazionari cercano opportunità in un mondo privo di rendimenti soddisfacenti. “La combinazione di una Fed che non vede problemi, e di mercati invece preoccupati è stata la congiuntura astrale perfetta per far appiattire la curva dei tassi americani” commenta nell’articolo Quella curva troppo piatta con l’estate potrebbe irripidirsi Mark Holman, CEO di TwentyFour Asset Management, del gruppo Vontobel. Ma ora, osserva l’esperto, l’ondata di cattive notizie è in diminuzione e viene lentamente sopraffatta da fondamentali positivi sia a livello aziendale che a livello macro, con il PIL americano che corre oltre il 4%. Intanto il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il Presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker hanno raggiunto un accordo sulle tariffe da un giorno all’altro, i politici italiani saranno presto in spiaggia, e le notizie negative provenienti dai mercati emergenti sembrerebbero essere già prezzate. Conclusione di Holman: i tassi sulle scadenze lunghe potrebbero risalire nel corso dell’estate e la curva avrà una tregua, almeno temporanea. Alla fine i fondamentali sembrano pronti a prendere il sopravvento sul sentiment.
SPAZI PER UNA RIDUZIONE DELLO SPREAD BTP-BUND
Un’altra potenziale opportunità di capital gain la fornisce nell’articolo BTP, gli indizi che indicano un possibile restringimento degli spread Felipe Villaroel, Gestore del portafoglio di TwentyFour Asset Management (gruppo Vontobel Asset Management). “Sembra ragionevole che un governo appena eletto, non favorevole al mercato, debba tradursi in un premio in termini di rendimento, ma l’attuale spread dei titoli di stato italiani rispetto ad altri paesi periferici sembra ingiustificato e ci aspetteremmo che questo tenda a ridursi nei prossimi mesi”, dichiara Felipe Villaroel. Che poi aggiunge: “Al momento, non esiste nessuna minaccia dell’uscita dell’Italia dall’Eurozona. Eppure il BTP a due anni offre un rendimento di 103 punti base (+1,03%). Per comprendere la situazione basti pensare che lo stesso titolo di stato portoghese paga attualmente il -0,09% e i rendimenti dei titoli spagnoli equivalenti sono a -0,29% mentre tra i tre paesi solo l’Italia è una nazione del G7. Non solo, il BTP decennale si attesta al 2,93%, che è più vicino al rendimento dell’omologo greco (4,09%) che a quello spagnolo (1,45%)”.
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge