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Le cinque cose da seguire sui mercati questo giovedì

Pubblicato 30.11.2017, 11:25
Aggiornato 30.11.2017, 12:52
© Reuters.  Le cinque cose da seguire sui mercati questo giovedì

Investing.com - Ecco le cinque principali notizie da seguire sui mercati finanziari questo giovedì 30 novembre:

1. Al via il vertice OPEC

I ministri del petrolio dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio (OPEC) e degli altri principali produttori di greggio, in particolare la Russia, si incontreranno a Vienna per decidere se estendere l’attuale accordo sul taglio della produzione oltre la scadenza del marzo 2018.

Una sessione riservata solo ai ministri OPEC ed al segretario generale avrà inizio alle 11:00 GMT (6 ET), secondo l’agenda riportata sul sito web dell’OPEC. L’incontro sarà seguito alle 14:00 GMT (9 ET) da un vertice combinato di ministri e delegati dei membri OPEC e non-OPEC.

Successivamente, ci sarà una conferenza stampa con il Presidente della conferenza OPEC, il ministro per l’energia russo ed il segretario generale dell’OPEC.

Molti analisti dei mercati prevedono che il cartello estenda i tagli alla produzione per altri nove mesi fino alla fine del prossimo anno, ma i termini finora sono poco chiari dal momento che le indicazioni da parte della Russia in merito al supporto della decisione sono state ambigue.

In base ai termini originali dell’accordo, l’OPEC ed altri 11 produttori non-OPEC, con a capo la Russia, hanno accettato di tagliare la produzione di circa 1,8 milioni di barili al giorno per i primi sei mesi del 2017. L’accordo è stato prorogato nel maggio di quest’anno per altri nove mesi, fino al marzo 2018, nel tentativo di ridimensionare le scorte globali in esubero e di supportare il prezzo del greggio.

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Il prezzo del greggio sale ma dovrebbe restare volatile in vista dell’esito del vertice. I future del greggio USA salgono di 28 centesimi, o dello 0,5%, a 57,59 dollari al barile, mentre il Brent si attesta a 62,93 dollari, su di 40 centesimi, o dello 0,7% dall’ultima chiusura.

2. Borse globali miste, il crollo dei tech pesa in Asia

Misti i mercati azionari globali, dove pesa il crollo dei titoli tech.

Molte borse nell’Asia Pacifica hanno chiuso al ribasso, dal momento che i titoli del comparto tecnologico nella regione sono scesi in seguito al selloff dei titoli USA del settore.

In Europa, la maggior parte dei titoli azionari sono positivi negli scambi di metà mattina, supportati dai guadagni nel settore finanziario.

A Wall Street, i future dei titoli azionari USA puntano ad un’apertura in lieve rialzo. L’indice Nasdaq ha registrato il crollo giornaliero maggiore in oltre tre mesi ieri, con gli investitori che hanno lasciato i titoli tech per lanciarsi su quelli bancari.

3. Bitcoin di nuovo in salita

Il prezzo del Bitcoin, la valuta digitale, torna al livello di 10.000 dollari, dopo l’impennata del 20% dal minimo di ieri, ridimensionando i timori che l’improvviso selloff della criptovaluta potesse portare ad un crollo peggiore.

Sulla piazza statunitense Bitfinex, il Bitcoin si attesta a 10.070 dollari, con un balzo del 3% sulla giornata.

La valuta digitale è schizzata al massimo di 11.441 dollari ieri, il massimo dei suoi nove anni di storia, prima di crollare di quasi il 21% al minimo di 9.001 dollari. Il crollo è stato scatenato in parte dai blackout intermittenti sulle principali piazze di criptovalute.

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Il Bitcoin, che ha iniziato il 2017 a circa 1.000 dollari ed ha superato i 5.000 ad ottobre, ha visto un’impennata di quasi il 1,100% finora quest’anno, con gli investitori che sembrano non fare caso alle voci di una bolla.

4. Riflettori sull’indicatore sull’inflazione preferito dalla Fed

Il Dipartimento per il Commercio USA pubblicherà i dati di ottobre sui redditi e le spese procapite, che comprendono i dati sull’inflazione PCE, l’indicatore sull’inflazione preferito dalla Fed, alle 8:30 ET (13:30 GMT).

Si prevede che il report mostri un aumento dell’indice PCE core dello 0,2% il mese scorso. Su base annua, i prezzi PCE core dovrebbero essere saliti dell’1,4%.

La Federal Reserve considera l’indice PCE uno strumento utile per decidere se alzare o abbassare i tassi di interesse, mirando a mantenere l’inflazione a poco meno del 2%.

Oltre ai dati, saranno seguiti con attenzione i commenti del Governatore della Federal Reserve Randal Quarles e del Presidente della Fed di Dallas Robert Kaplan.

L’indice del dollaro, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è in lieve rialzo vicino al livello di 93,30.

5. I dati deludenti sull’inflazione della zona euro sostengono il lento tapering della BCE

L’inflazione nella zona euro è rallentata più del previsto a novembre, restando ben al di sotto dell’obiettivo della Banca Centrale Europea, supportando la decisione della banca di ridurre lo stimolo monetario lentamente.

I prezzi al consumo sono saliti dell’1,5% questo mese, secondo l’Ufficio di Statistica dell’Unione Europea. Il dato è inferiore alle attese di un aumento dell’1,6%, rispetto alla lettura finale dell’1,4% del mese precedente. Il tasso core è rimasto al minimo di sei mesi dello 0,9%, un ulteriore colpo per la BCE.

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In un altro report si legge che il tasso di disoccupazione nella regione è sceso all’8,8%, il minimo dal 2009.

L’euro è in lieve calo contro il dollaro, attestandosi a 1,1820.

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