Di Alessandro Albano
Investing.com - I mercati già lo prezzano, ma la BCE potrebbe iniziare a preparare i mercati per un potenziale aumento dei tassi d'interesse nel corso dell'anno, vista un'inflazione che si sta proiettando oltre le stime della banca anche nel lungo termine.
Secondo un report di Standard & Poor's, un aumento del costo dell'euro dopo 11 anni di tassi negativi "darebbe una spinta alla redditività delle banche dell’Eurozona, in un contesto di rafforzamento della crescita economica e di inflazione in aumento".
L’analisi di sensitività dell'agenzia di rating rileva che un aumento dei tassi d’interesse di 100 punti base porterebbe a un incremento del margine d’interesse annuale del settore del 7%-10%. Se i tassi a breve termine diventano positivi, spiega lo studio, il freno rappresentato dai depositi a tasso zero "viene meno, e a beneficiarne saranno soprattutto le banche retail".
"Un aumento graduale dei tassi non sarebbe però una panacea per la redditività, che dipende dall’impegno continuativo delle banche per trasformare i propri business e migliorarne l’efficienza. Anche un livello d’inflazione più alto potrebbe ulteriormente complicare il controllo dei costi", scrivono gli analisti di S&P.
Nel complesso, un aumento progressivo dei tassi suggerirebbe "un moderato alleggerimento di anni di costanti pressioni sui margini d’interesse e sugli utili". Per questo, S&P potrebbe intraprendere "poche azioni di rating positive, se non nessuna", come conseguenza di un possibile rialzo dei tassi.
Una mossa aggressiva dell'Eurotower non sarebbe isolata, ma andrebbe ad inserirsi in un contesto che vede le altre grandi banche centrali più avanti nella lotta all'inflazione (si veda il caso della Bank of England). "Tutti i poteri delle banche centrali hanno stretto una santa alleanza per esorcizzare l'inflazione”, ha scritto in una nota di ricerca Nadège Dufossé, Global Head of Multi-Asset di Candriam.
“L'ultima a unirsi a questa alleanza è stata la Banca Centrale Europea (BCE) all'inizio di questo mese. Ma se né la Federal Reserve (Fed) né la BCE hanno effettivamente riadattato i loro (tradizionali o meno ortodossi) strumenti di politica monetaria - cioè i tassi di interesse o gli acquisti di obbligazioni - entrambi hanno usato il loro strumento più prezioso per muovere i mercati finanziari: la credibilità della loro forward guidance”.