Di Mauro Speranza
Investing.com – Le banche italiane potrebbero avere un effetto che può varirare dal -1% al -5% sugli utili 2021 nel caso domano la Banca centrale europea dovesse decidere un taglio dei tassi di interesse di 10 punti base.
A prevederlo sono gli esperti dell’istituto americano Keefe Bruyette & Woods, i quali hanno analizzato gli effetti di un cambio nella politica monetaria della BCE su 29 banche dell’eurozona.
Nel dettaglio, la più colpita sarebbe Banco Bpm (MI:BAMI), la quale rischia il calo massimo degli utili (-5%), seguita a breve distanza da Unicredit (MI:CRDI), Intesa Sanpaolo (MI:ISP) (-4%), Ubi Banca (MI:UBI) (-3,5%). Migliore la situazione per Monte dei Paschi di Siena (MI:BMPS) e Bper (MI:EMII), con una flessione dell’1% sull’utile 2021.
Tra le altre banche europee, ancora peggio andrebbe alla spagnola Bankia (MC:BKIA) e alla tedesca Deutsche Bank (DE:DBKGn), possibilmente colpite con un -7% degli utili.
Se la riduzione del tasso potrebbe ripercuotersi negativamente sugli istituti finanziari, la Banca centrale europea potrebbe venire in loro soccorso attraverso la modulazione del tiering sui depositi.
Nel caso in cui l’istituto centrale guidato da Mario Draghi decidesse un full tiering, ovvero un tasso dello 0% sui depositi di eccedenze economiche lasciate a Francoforte, invece dello 0,4% attuale, l’utile delle banche vedrebbe, invece, un balzo.
In questa ipotesi, Mps (MI:BMPS) vedrebbe un +8% sull’utile, Ubi Banca (MI:UBI) aumenterebbe del 6%, Intesa Sanpaolo (MI:ISP) crescerebbe del 4%, seguita da Unicredit (MI:CRDI) (+2,5%) e Banco Bpm (MI:BAMI) (+1%). Volerebbe, inoltre, Deutsche Bank (DE:DBKGn), con uno sprint del 18%.
L’ipotesi di qualche tipologia di tiering viene quotata dall’82% degli analisti intervistati da Bloomberg, a cui si aggiunge anche la stessa KBW, ritenendo probabile l’intervento della BCE di domani a tutto campo.
“Il tipo di tiering che funzionerebbe meglio nell’Eurosistema”, spiegano gli analisti di Barclays (LON:BARC), “dovrebbe calcolare l’esenzione dai tassi negativi di quella parte di posizione di liquidità netta che ogni banca ha verso la Bce (riferimento ai depositi netti totali presso la banca centrale al netto dei finanziamenti ricevuti con le operazioni di TLTRO)”.
“In questo modo”, concludono questi esperti, “le banche ‘depositanti nette’ beneficerebbero dell’esenzione, mentre le banche ‘che prendono a prestito su base netta’ beneficerebbero di condizioni generose del TLTRO”.