Investing.com -- “Berkshire Hathaway (NYSE:BRKa) non avrebbe potuto diventare ciò che è senza l'ispirazione, la saggezza e la partecipazione di Charlie”, con queste parole Warren Buffett ha annunciato al mondo che a 99 anni è scomparso Charlie Munger, suo storico braccio destro.
Destini incrociati fin da bambini, entrambi nati a Omaha, nel periodo della grande depressione Munger lavorò anche per il nonno di Buffett in un negozio di alimentari. Tuttavia, Buffett (classe 1930) e Munger (1924) si incontrarono la prima volta nel 1959 per non lasciarsi più. E qualcosa di buono in oltre sessant’anni l’hanno combinato.
Nel 1962 i due oracoli della finanza iniziarono a investire nella Berkshire Hathaway, un’azienda tessile sull’orlo del fallimento che Buffett decise di rilevare due anni dopo. La società oggi ha una capitalizzazione di mercato di oltre 780 miliardi di dollari e se qualcuno avesse investito mille dollari nella società di Buffett nel 1964 ai giorni nostri si ritroverebbe con 10 milioni nel portafoglio.
“Il diritto è un piacevole hobby, ma si può fare di meglio”, bastò pronunciare queste parole a Buffett per convincere Munger, avvocato con una laurea ad Harvard, a lasciare il mondo giuridico e abbracciare quello della finanza. La strategia dei due è stata sempre piuttosto semplice: comprare a sconto aziende di qualità. Al motto di sii timoroso quando tutti sono avidi e sii avido quando tutti hanno paura, Buffett e Munger hanno dettato nuove regole nel mondo degli investimenti e oggi la Berkshire Hathaway ha partecipazioni in brand iconici come Apple (NASDAQ:AAPL), Bank of America (NYSE:BAC), American Express e Coca Cola (NYSE:KO).
Nel 1978 Munger è diventato vicepresidente di Berkshire Hathaway e alla sua scomparsa risulta tra i maggiori azionisti della società, possedendone titoli per un valore circa 2,2 miliardi di dollari. Secondo Forbes, il suo patrimonio netto complessivo ammonta a circa 2,6 miliardi di dollari. A differenza di Buffett, Munger ha deciso di non devolvere l’eredità in beneficenza, “credo sarebbe ipocrita da parte mia diventare un grande benefattore, ne ho già violato completamente lo spirito”, aveva dichiarato qualche tempo fa.
“Charlie mi ha insegnato molto sulla valutazione delle imprese e sulla natura umana”, aveva raccontato nel 2008 Buffett che ha sempre riconosciuto al collega il grande valore prestato all’impresa comune, definendolo l’architetto della “Berkshire Hathaway”.
Il segreto del nostro successo? “Siamo diventati un po’ meno pazzi e un po’ meno stupidi della maggior parte delle persone e questo ci ha davvero aiutato”, aveva detto Munger in occasione dei 50 anni della Berkshire Hathaway.
In fondo, il segreto che i due hanno sempre condiviso forse è proprio quello della semplicità, nelle dichiarazioni e negli affari. Se una delle massime di Munger era “Investite in aziende che anche uno stupido possa gestire”, Buffett gli ha sempre fatto eco con un altrettanto chiaro “Investi in ciò che conosci”, disegnando così una strategia tanto semplice a dirsi quanto difficile a farsi.
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