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Cheers! Per la sterlina è tornata la primavera

Pubblicato 18.05.2021, 18:28
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Di Geoffrey Smith 

Investing.com - La pioggia può anche essere incessante ma, da ogni altro punto di vista, le nubi che incombono sull’economia britannica sembra si stiano finalmente diradando.

Le restrizioni per i lockdown su pub, cinema, musei, concerti e palestre sono state quasi tutte eliminate lunedì, e il governo ha allentato le limitazioni sui raduni sociali. La mossa consentirà ad un’ampia fetta del settore dei servizi britannico (che rappresenta il 71% del prodotto interno lordo) di operare nuovamente in condizioni quasi normali. Il turismo al di fuori dei confini nazionali è ora consentito, sebbene la lista dei paesi che possono essere visitati senza una scomoda quarantena e senza sottoporsi a test sia breve. Le linee guida ufficiali del governo ora permettono persino alle persone di abbracciare nuovamente i loro parenti, che non vedevano da tanto tempo, seppur con “cautela”. E, come se ciò non bastasse a riportare il sorriso sui volti della gente, la più grande partita di calcio della nazione è stata disputata sabato allo stadio di Wembley davanti a 20.000 spettatori (con una bella vittoria della squadra sfavorita, il Leicester City).

Il paese si è ripreso benissimo da una reazione inizialmente caotica al disastro del Covid-19, e ora ne sta raccogliendo i frutti. Il Regno Unito ha vaccinato più cittadini, in proporzione, rispetto a qualunque altra importante economia, con il 70% della popolazione adulta che ha ricevuto almeno una dose di vaccino contro la malattia ed il 39% che ha completato il ciclo di vaccinazione, diventando di fatto immune.

Il numero di nuovi casi di Covid-19 è sceso a circa 2.000 al giorno, mentre il numero di vittime lunedì è sceso solamente a sette, il minimo da agosto.

Questi progressi sono stati rispecchiati dai dati ufficiali: l’occupazione è salita per il quinto mese di fila ad aprile, secondo i dati di ieri, ed il livello medio di occupazione negli ultimi tre mesi è stato più alto, su base annua, per la prima volta in otto mesi, grazie alle rapide riassunzioni da parte del settore dei servizi. La Banca d’Inghilterra in occasione dell’ultimo vertice ha alzato le previsioni sulla crescita di quest’anno dal 5% iniziale al 7,5% ed è stata la seconda banca del G7 (dopo il Canada) a rallentare il ritmo degli acquisti di bond. (Continuerà ad iniettare tutto lo stimolo previsto originariamente, ma in modo più lento).

Tutto questo ha fatto salire la sterlina sopra 1,42 dollari, ad un paio di punti percentuali rispetto al livello a cui si trovava alla vigilia del referendum sulla Brexit nel 2016, sebbene continui a registrare un crollo di oltre il 10% contro l’euro nello stesso periodo. Il FTSE 250, che replica le società a media capitalizzazione che si concentrano più sul livello nazionale, rispetto ai colossi globali del FTSE 100, ha toccato un massimo storico la scorsa settimana. I rendimenti dei bond governativi a dieci anni, pur salendo ai massimi post-Covid, non segnalano né una paura per l’inflazione né un qualche tipo di mancanza di fiducia nella sterlina che ci si potrebbe aspettare alla luce del doppio deficit britannico. 

L’ultimo rally della sterlina è stato incoraggiato anche dalle elezioni locali di quest’anno, durante le quali il Partito Nazionale Scozzese, pro-indipendenza, non ha ottenuto un chiaro mandato per indire un altro referendum sull’indipendenza, come avrebbe voluto invece la sua leadership. Per la dissoluzione del Regno Unito se ne riparlerà quindi un’altra volta, anche se la possibilità non è ancora scomparsa del tutto.

C’è però un problema. Una nuova variante di Covid-19, molto più contagiosa e individuata per la prima volta in India, si sta ora diffondendo nel Regno Unito e sembra destinata a diventare la variante dominante nel paese nel giro di qualche settimana. Il Primo Ministro Boris Johnson lunedì ha evitato di confermare la tabella di marcia per l’allentamento delle restanti restrizioni sul distanziamento sociale. L’attuale governo, considerata la sua capacità di risposta al disastro, abbondantemente dimostrata dalla gestione della pandemia lo scorso anno, non può permettersi di sbagliare.

Né sono del tutto scomparse le minacciose nubi sull’economia per la Brexit. Sebbene l’iniziale sconvolgimento dei commerci trans-frontalieri visto all’inizio dell’anno si sia ridotto, la questione continua ad inasprire i rapporti con i vicini. Solo nell’ultimo mese, Londra ha inviato navi da guerra per spaventare le navi da pesca francesi e farle allontanare dai suoi territori al largo delle Isole della Manica, ed ha irritato sia Dublino che Bruxelles con i tentativi di sfuggire alle promesse circa l’Irlanda del Nord.

Tra gli aspetti positivi, però, i timori che l’emigrazione dei cittadini UE per i diritti di cittadinanza potesse portare immediatamente ad una carenza di lavoratori sembrano non essersi materializzati: i dati ufficiali mostrano che il numero di cittadini UE che hanno fatto richiesta di “settled status”, il permesso di soggiorno a tempo indeterminato, (poco meno di 5 milioni) è superiore alla cifra che il governo britannico ritenesse vivere nel paese prima della Brexit.

Nel complesso, malgrado l’apparentemente intenzionale incompetenza dei suoi leader a volte negli ultimi 15 mesi, ci sono posti peggiori in cui trovarsi che nel Regno Unito post-Covid e post-Brexit. Quindi, se solo la smettesse di piovere …

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