Gli accantonamenti miliardari non hanno impedito un’ottima tenuta degli utili con i ricavi da trading letteralmente schizzati. Il ruolo positivo svolto nella tenuta dei mercati
Qualche blogger americano ha definito ‘stellari’ i risultati del secondo trimestre dei cinque big della finanza di Wall Street – Goldman Sachs, Morgan Stanley (NYSE:MS), JP Morgan (NYSE:JPM), Citi e Bank of America – pubblicati settimana scorsa. Esagerato? Apparentemente sì. Su giornali e tv abbiamo visto report che parlavano di utili e dividendi sacrificati con decine di miliardi di dollari accantonati per far fronte all’ondata in arrivo di NPL (Non Performing Loans) che saranno causati dalla recessione indotta dal virus con fallimenti a catena. Ma se mettiamo le cose in prospettiva, forse l’aggettivo astrale è proprio quello giusto. La Grande Crisi di 12 anni fa fece una carneficina delle grandi banche in America e anche in Europa, colte del tutto impreparate e destinate a fare la fine di Lehman Brothers, se Tesoro e Fed non fossero intervenuti con salvataggi e integrazioni senza precedenti nella storia. Questa volta invece il COVID ha colto le grandi banche decisamente ben attrezzate e in grado non solo di sopravvivere allo tsunami, ma anche di contribuire in modo decisivo, insieme alle agli interventi massicci di Fed e Amministrazione, alla tenuta complessiva del sistema economico e produttivo.
UN PAZZESCO STRESS TEST ‘IN VIVO’
La crisi da pandemia è stato per il sistema finanziario americano e globale un pazzesco stress test ‘in vivo’, ben più severo di quelli introdotti proprio dopo la Grande Crisi, e i risultati dei 5 Big nel secondo trimestre, quello più impattato, mostrano che è stato superato brillantemente. Certo, gli utili sono dimagriti rispetto a un anno prima, ma restano comunque numeri di tutto rispetto: Morgan Stanley ha riportato un net profit di $3,2 miliardi, Goldman, JP Morgan, BofA e Citi hanno chiuso rispettivamente in utile per $2,42 miliardi, $4,7 miliardi, $3,5 miliardi e $1,3 miliardi. Fuori dalla pattuglia Wells Fargo, con un rosso di $2,4 miliardi, ma c’è una spiegazione che dà anche una chiave di lettura all’aggettivo stellare. Le 5 infatti sono anche le star dell’investment banking, la sesta no. E proprio i ricavi da trading hanno sostenuto i conti del trimestre, battendo non di poco le previsioni degli analisti, come si vede nel grafico qui sotto...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge