Nonostante il debito pubblico record, i tassi d’interesse sono molto bassi e questo, osserva Felipe Villarroel (TwentyFour Am), consente di mantenere all’interno degli intervalli storici il rapporto interessi/debito
La combinazione negativa di una previsione di contrazione del PIL di quest’anno di poco più del 3% a livello mondiale e di disavanzi di bilancio (in percentuale del PIL) del 10,7% nei mercati sviluppati, proietta il rapporto debito/PIL a livelli record. L’FMI stima che tale rapporto nell’Eurozona aumenterà quest’anno dall’84% al 97%, e negli Stati Uniti dal 109% al 131%, mentre nei mercati emergenti la previsione è di un aumento dal 53% al 62%.
QUANTO È SOSTENIBILE TUTTO QUESTO DEBITO
È sostenibile tutto questo debito pubblico? “Dire che questa volta sia diverso costituisce un’affermazione molto pericolosa nei mercati finanziari. Tuttavia ci sono alcune osservazioni sulla sostenibilità di questa situazione”, specifica Felipe Villarroel, Portfolio Manager di TwentyFour Asset Management (gruppo Vontobel). La cui analisi parte dalla constatazione che la maggior parte dei paesi registrerà un deterioramento dell’indebitamento e questo, dal punto di vista dei mercati finanziari, non è aspetto secondario dal momento che è molto più facile per gli investitori attaccare un anello debole, un singolo paese con specifiche criticità. La crisi del debito sovrano della zona euro nel 2011, nella quale era in discussione la sostenibilità del debito pubblico di alcuni Paesi dell’Eurozona portò gli operatori ad essere ribassisti sul debito di Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda, e Grecia e rialzisti su quello di Olanda, Germania e Stati Uniti...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge