Di Alessandro Albano
Investing.com - Con la Fed che ha portato l'intervallo dei tassi al 5%-5,25%, l'attenzione è stata perlopiù rivolta all'eliminazione di una frase decisiva per la forward guidance della banca che, secondo diversi osservatori, ha segnalato una possibile pausa dell'attuale ciclo di inasprimento.
Eliminando il verso "potrebbe essere opportuno un ulteriore irrigidimento della politica monetaria per raggiungere una politica sufficientemente restrittiva", la Fed ha dato una (falsa?) speranza ai mercati per un cambiamento della politica, in un momento che vede un'inflazione core in rallentamento, condizioni di credito sempre più rigide, ma un mercato del lavoro ancora molto positivo per l'economia reale come mostrato dalle ultime buste paga del settore non agricolo.
Al suo posto, è stata aggiunta una nuova frase: "Nel determinare in che misura un ulteriore inasprimento delle politiche possa essere appropriato per riportare l'inflazione al 2% nel tempo, il Comitato terrà conto dell'inasprimento cumulativo (...), dei ritardi (effetti sull'attività economica) e degli sviluppi economici e dell'inflazione".
Un segnale, questo, che segna l’inizio di una nuova fase nella strategia del FOMC, con i mercati che non hanno perso tempo per prezzare non solo una pausa ma anche un taglio dei tassi entro la fine del 2023, come si vede dal Fed rate monitor di Investing.com.
Patrice Gautry, Chief Economist di UBP, mette però in guardia dal troppo ottimismo degli operatori scrivendo in una nota inviata ad Investing.com che "non ci sono tagli dei tassi in vista", in quanto "ci vorrà molto tempo per vedere l'inflazione avvicinarsi al 2% e Powell ha detto che non sarà appropriato tagliare i tassi rapidamente".
La politica della Fed, ha spiegato l'economista, "si sta lentamente spostando a favore della gestione dei rischi (rischi di inflazione-lavoro contro rischi di recessione/credito) dopo un periodo di forte lotta all'inflazione".
La politica monetaria sembra ora sufficientemente restrittiva, ma durante questa riunione "non si è discusso di una pausa", e all'interno della Fed, ha aggiunto Gautry, "le previsioni di crescita potrebbero evidenziare opinioni divergenti tra lo staff della Fed (lieve recessione) e i governatori (atterraggio morbido)".
Il capo economista di UBP ha per sottolineato come il cambiamento nella comunicazione sia "significativo", in quanto ha messo in evidenza "una preferenza implicita per una pausa nelle prossime riunioni".
In questo senso rientra il tema delle condizioni del credito, ancora molto rigide dopo i vari crash bancari. Secondo Gautry, con le banche di medie dimensioni che hanno inasprito notevolmente i loro standard di credito, "questo potrebbe complicare la politica monetaria e Powell si aspetta che la nuova posizione sui tassi rimanga in vigore nelle prossime riunioni".
Infine, parlando del tetto del debito, l'economista non si aspetta un fallimento ma "potrebbero esserci effetti incerti se non si trova un accordo in tempi brevi".