Columbia Threadneedle spiega tutti i fattori da considerare per valutare la gestione del rischio e costruire portafogli con profili diversi sul mercato dei corporate bond
Nella prima parte dell’anno i mercati sono stati impattati violentamente dal blocco delle economie deciso a livello globale per contrastare il Covid-19, con gli spread dei corporate bond che si sono ampliati drasticamente riflettendo l’aumento del rischio di declassamenti e default. Poi è seguita un’importante correzione grazie anche al supporto offerto dalla liquidità, tassi bassi e acquisti diretti di obbligazioni e ETF da parte delle banche centrali, mentre progressivamente anche i dati economici hanno iniziato a migliorare. Ma molti segmenti dell’economia globale restano ancora lontani dai livelli del 2019, e sembra che ci sia un disallineamento tra il restringimento degli spread e un quadro economico debole anche se in miglioramento. Partendo da qui, Gene Tannuzzo Vice Responsabile del Reddito Fisso Globale di Columbia Threadneedle Investments, analizza cosa viene attualmente incorporato nei prezzi dei corporate bond.
SUPERATI I RECORD NEI DECLASSAMENTI
Lo spread riflette il rischio, come quello di declassamento, perché il rating assegnato dalle principali agenzie incide sugli acquisto di banche, assicurazioni e gestori. Nel 2009, sulla scia della crisi, furono declassati titoli per 108 mld di dollari da investment grade ad high yield, ma a metà 2020 il record di “angeli caduti” è stato sorpassato con il declassamento di debito per 189 mld di dollari, di cui 151 mld solo nel primo trimestre. Poi il ritmo dei downgrade ha rallentato, a seguito di una serie di fattori, come la sospensione di dividendi e buy back, il rinvio di investimenti e i tagli ai costi, mentre anche la ripresa dell’attività ha contribuito positivamente, ma secondo l’esperto di Columbia Threadneedle il rischio persiste...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge