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T-bond 10y oltre l'1,8%, e la risalita potrebbe non essere finita

Pubblicato 10.01.2022, 15:25
Aggiornato 10.01.2022, 16:35
© Reuters

Di Alessandro Albano 

Investing.com - Con un debito a a 10 anni verso l'1,81% (massimi da dicembre 2019), e un'inflazione proiettata verso il 7% annuale, i segnali per uno scenario anticipato di run-off e rialzo dei tassi sono sempre più evidenti, viste anche le recenti ricadute sui titoli ad alto P/E (il NASDAQ perde ora il 2,5%). 

I dati di venerdì sulle non farm-payrolls, nonostante la delusione per i nuovi occupati, hanno confermato la rigidità del mercato del lavoro statunitense mostrando un aumento più netto dei costi salariali e un calo maggiore del tasso di disoccupazione (3,9%) verso l'obiettivo di massa occupazione della Federal Reserve. 

Secondo gli analisti di NatWest Group (LON:NWG), "le Nfp hanno aumentato le aspettative per un aumento dei tassi Fed a marzo, e non più a giugno, come abbiamo stimato in precedenza". I numeri del mercato del lavoro hanno infatti alimentato le 'scommesse' per diversi aumenti dei tassi nel corso dell'anno. Oltre le nuove previsioni di Goldman Sachs (NYSE:GS), guardando i contratti futures si nota come il mercato stia prezzando già dalla scorsa settimana 4 aumenti del costo del dollaro entro fine dicembre.

Aumenti che farebbero schizzare l'intervallo dei tassi sui fondi federali tra i 100 e i 125 punti base, con un conseguente apprezzamento del dollaro che, secondo molto operatori, potrebbe fare risalire l'indice di riferimento oltre i 100. 

Per Nicholas Farr, economista di Capital Economics, il rialzo delle scadenze a lungo termine ha spazio "per un'ulteriore corsa". Se a questo si unisce un aumento del rendimento del T-bond allo 0,87% (massimi in 2 anni), il mercato sta "sottostimando la portata dell'aumento dei tassi nei prossimi anni". Per questo, l'esperto prevede "un aumento del decennale di 50 punti base al 2,25% alla fine del 2023". 

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Con fine PEPP pressione anche in UE

L'aumento del rischio del debito non ha riguardato solo gli States, ma ha coinvolto anche i bond europei, con il Bund tedesco che si sta avvicinando verso lo 0% dopo diversi anni in territorio negativo. 

Secondo gli analisti di Goldman Sachs (NYSE:GS), nonostante una riduzione dell'importo totale degli acquisti PEPP, "l'impatto sul mercato è stato finora relativamente limitato". L'aumento dei rendimenti, per gli esperti della banca, è invece dovuto "al miglioramento delle aspettative di crescita, grazie alla minore gravità della variante Omicron".

"Dopo il sell-off, il rapporto rischio-rendimento per la duration appare più equilibrato, ma con l'inflazione europea che ha raggiunto nuovi massimi a dicembre, le dinamiche inflazionistiche puntano ancora verso rendimenti nominali più elevati", avvertono da Goldman. "L'impatto della riduzione del QE e l'aumento dell'offerta nel primo trimestre peserà sulle obbligazioni europee e riteniamo con ulteriore spazio per un deprezzamento dei Bund".

Il Btp segue

E i venti contrari del primo trimestre potrebbero creare un ambiente ancora più difficile per gli spread sovrani, con lo spread Btp - Bund che potrebbe ampliarsi nelle prossime settimane, anche in vista dell'elezione del Presidente della Repubblica prevista per il prossimo 24 gennaio.

Dopo il report Should I Stay or Should I Go di qualche giorno fa, gli esperti di Goldman sono tornati sul contesto del Quirinale. Il problema, secondo la banca Usa, non è l'elezione in sé, ma dato che "un passaggio alla presidenza comporterebbe probabilmente una perdita di continuità politica e un potenziale ritardo nell'attuazione degli investimenti del Recovery Fund, è possibile che lo spread possa riflettere questi rischi".

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Storicamente, aggiungono, "i periodi di stress politico possono vedere 15-20 pb di sottoperformance rispetto alle nostre stime del fair value spread dei mercati europei, il che implicherebbe uno spread Btp-bund più vicino ai 150 pb nel periodo delle elezioni". 

Ultimi commenti

ok tutto bellissimo resta il fatto che con questa informazione così alta il tasso reale del bond resta ancora negativo quindi al momento secondo me non siamo ancora giunti al crollo dell'azionario anche se effettivamente è probabilmente andiamo verso un cambio del ciclo economico
e senza accento
Sono d’accordo con Bike
ha attivo il t8. Sarebbe quello che (s)corregge : )
finchè la FED (e la BCE) non smetteranno di creare moneta, l'inflazione non si assesterà; ad oggi la FED ha diminuiti i suoi acquisti sul mercato ma non li ha certo eliminati. Più a lungo si manterrà accomodante la politica monetaria e più si dovrà stringere la politica monetaria per riassorbire l'inflazione. Il fatto che ad oggi sono ancora accomodanti mi fa sospettare che molti mercati non sono pronti a vivere di vita propria, altrimenti non si spiegherebbe una politica monetaria ancora accomodante. Comica è la questione dello spread italiano dovuto alla presenza di Mario Draghi: questo sta creando debito pubblico come un altro politicante, non vedo la differenza.
Condivisibile, fin tanto che alimenteranno i mercati l’inflazione persisterà, è una conseguenza.
vorrei capire perche' e' stato emesso un btp scadenza 2052 e andato a ruba con queste considerazioni . emesso a 99 e spicci , quindi con le elezioni del capo dello stato a breve andra' sicuramente a 85 , perche' e' stato emesso
grazie BCE, insomma?
chi ha comprato spesso smobilizzo vita e depositi bancari(le riserve) ... questi sono obbligati...... gli altri retail sono quelli che vanno in posta e sottoscrivono senza leggere....
sicuramente, ma ce li avranno in pancia anche molte banche d'affari
Troppi rialzi a cosa portano ?
Secondo me potrebbero ritardare i tassi con questi dati
ma l obbiettivo della fed è proprio la diminuzione della disoccupazione e controllare l inflazione, visto che la dispccupazione continua a scendere perche posticipare la politica per conyrollare l inflazione??
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