Investing.com – L’euro ha tenuto i guadagni contro il dollaro USA questo giovedì, in seguito al rilascio di dati USA misti, nonostante i timori sulla crisi del debito della zona euro e sulla politica fiscale USA.
Il cambio EUR/USD ha toccato 1,2773, nella pomeriggio degli scambi europei, il massimo giornaliero; successivamente il cambio si è attestato a 1,2763, in salita dello 0,22%.
Supporto a 1,2704, minimo di mercoledì e resistenza a 1,2827, massimo del 6 novembre.
Il Dipartimento del Lavoro USA ha dichiarato che il numero di persone che ha presentato istanza di sussidio di disoccupazione nella settimana terminata il 10 novembre è salito di 78.000 a 439.000 le aspettative di un aumento di 14.000 a 375.000.
Il dato della settimana precedente è stato rivisto al rialzo a 361.000 dal dato precedente di 355.000.
Inoltre i dati ufficiali hanno mostrato che l’IPC è salito dello 0,1% ad ottobre, in linea con le aspettative dopo un calo dello 0,6%.
L’IPC core, che esclude i costi di alimentari ed energia è salito dello 0,2% lo scorso mese, contro il previsto aumento dello 0,1% a settembre.
Un secondo report ha mostrato che l’indice Empire State manifatturiero è migliorato a meno 5,2 a novembre contro una lettura di meno 6,2 nel mese precedente, superando le aspettative di un calo a meno 6,7.
Intanto il sentimento sull’euro resta fragile dopo i dati ufficiali rilasciati quest’oggi hanno mostrato che l’economia della zona euro si è contratta dello 0,1% nel terzo trimestre, meno della prevista contrazione dello 0,2% ed in seguito ad un calo dello 0,2% nel trimestre precedente.
Gli investitori restano concentrati sul “precipizio fiscale” statunitense, rappresentato da un aumento delle tasse e tagli alla spesa pari a circa 600 miliardi, che dovrebbe entrare in vigore dal 1° gennaio.
Si teme che l’economia statunitense possa ricadere in recessione se il Congresso e la Casa Bianca non lavoreranno insieme per trovare un compromesso prima dell’1 gennaio.
L’euro è salito contro la sterlina, con EUR/GBP in salita dello 0,22% a 0,8059.
Nel corso della giornata è atteso un discorso del Presidente della Federal Reserve Ben Bernanke, che fornirà delle indicazioni sulla possibile direzione della politica monetaria.
Il cambio EUR/USD ha toccato 1,2773, nella pomeriggio degli scambi europei, il massimo giornaliero; successivamente il cambio si è attestato a 1,2763, in salita dello 0,22%.
Supporto a 1,2704, minimo di mercoledì e resistenza a 1,2827, massimo del 6 novembre.
Il Dipartimento del Lavoro USA ha dichiarato che il numero di persone che ha presentato istanza di sussidio di disoccupazione nella settimana terminata il 10 novembre è salito di 78.000 a 439.000 le aspettative di un aumento di 14.000 a 375.000.
Il dato della settimana precedente è stato rivisto al rialzo a 361.000 dal dato precedente di 355.000.
Inoltre i dati ufficiali hanno mostrato che l’IPC è salito dello 0,1% ad ottobre, in linea con le aspettative dopo un calo dello 0,6%.
L’IPC core, che esclude i costi di alimentari ed energia è salito dello 0,2% lo scorso mese, contro il previsto aumento dello 0,1% a settembre.
Un secondo report ha mostrato che l’indice Empire State manifatturiero è migliorato a meno 5,2 a novembre contro una lettura di meno 6,2 nel mese precedente, superando le aspettative di un calo a meno 6,7.
Intanto il sentimento sull’euro resta fragile dopo i dati ufficiali rilasciati quest’oggi hanno mostrato che l’economia della zona euro si è contratta dello 0,1% nel terzo trimestre, meno della prevista contrazione dello 0,2% ed in seguito ad un calo dello 0,2% nel trimestre precedente.
Gli investitori restano concentrati sul “precipizio fiscale” statunitense, rappresentato da un aumento delle tasse e tagli alla spesa pari a circa 600 miliardi, che dovrebbe entrare in vigore dal 1° gennaio.
Si teme che l’economia statunitense possa ricadere in recessione se il Congresso e la Casa Bianca non lavoreranno insieme per trovare un compromesso prima dell’1 gennaio.
L’euro è salito contro la sterlina, con EUR/GBP in salita dello 0,22% a 0,8059.
Nel corso della giornata è atteso un discorso del Presidente della Federal Reserve Ben Bernanke, che fornirà delle indicazioni sulla possibile direzione della politica monetaria.