Investing.com - L’euro scende al minimo di due mesi questo mercoledì, nelle aspettative che la Banca Centrale Europea possa aprire la strada all’allentamento monetario, mentre la sterlina è scambiata vicino ai minimi di due settimane, tra i crescenti timori per la prospettiva di una Brexit senza accordo.
La moneta unica va giù dello 0,17% a 1,1131 alle 03:31 ET (07:31 GMT), il minimo dal 31 maggio. Aveva già perso più dello 0,5% il giorno prima ed ha segnato un calo di quasi lo 0,7% finora questa settimana.
La discesa dell’euro accelera in vista del vertice di politica monetaria della BCE di domani. Sebbene i mercati abbiano ridotto le aspettative di un taglio dei tassi, sono previste comunque delle previsioni ribassiste, preparando il terreno per un allentamento a settembre.
“I tentativi sul mercato delle valute di mettere in conto mosse o toni cauti da parte della BCE sono aumentati negli ultimi giorni, portando al brusco ribasso dell’euro”, spiega Yukio Ishizuki, esperto senior di strategie monetarie di Daiwa Securities.
“Il punto non è necessariamente se la BCE allenterà questa settimana o meno, ma che tipo di linguaggio (il Presidente Mario) Draghi adotterà riguardo alla direzione della politica monetaria”.
L’euro viene appesantito inoltre dalla situazione della sterlina, che scivola verso il minimo di due anni sulla notizia che ieri Boris Johnson ha vinto la corsa per diventare il prossimo primo ministro britannico, facendo sorgere lo spettro di una Brexit senza accordo.
La sterlina è in lieve calo a 1,2430, avviandosi a segnare il quarto giorno consecutivo di perdite ed avvicinandosi a 1,2382, il minimo di due anni sfiorato la scorsa settimana.
Il dollaro scende a 108,04 contro lo yen, staccandosi dal massimo di una settimana di 108,290 segnato nella notte, supportato dall’aumento del rendimento dei Buoni del Tesoro USA con l’avversione al rischio degli investitori svanita sulla scia dei progressi nei negoziati commerciali USA-Cina.
Il Rappresentante per il Commercio USA Robert Lighthizer ed altri funzionari si recheranno a Shanghai lunedì per dei vertici sul commercio con le controparti cinesi, ha riportato ieri Bloomberg citando delle fonti anonime.
L’indice del dollaro USA sale al massimo di cinque settimane di 97,50, dopo il rialzo di quasi lo 0,5% di ieri.
La richiesta del dollaro è stata spinta dalla notizia che Washington ieri ha raggiunto un accordo per alzare i limiti dei prestiti governativi. Gli analisti riconoscono che l’aumento dei prestiti USA inasprirà la fornitura di denaro nel sistema bancario del paese, supportando il dollaro.
“Oltre alla debolezza dell’euro in vista del vertice della BCE, il dollaro viene supportato dal fatto che gli operatori dei mercati continuano a scontare la probabilità che la Fed tagli i tassi di 50 punti base durante il vertice della prossima settimana del FOMC (Federal Open Market Committee)”, scrive Ayako Sera, economista senior di Sumitomo Mitsui Trust.
Le speculazioni che la Federal Reserve abbassi i tassi di 50 punti base durante il vertice del 30-31 luglio sono aumentate all’inizio del mese sulla scia dei commenti di alcuni funzionari senior della Fed, ma gli investitori hanno poi ridotto le aspettative e ritengono ora più probabile un taglio di 25 punti base.
Il dollaro australiano scende al minimo di 12 giorni di 0,6979, dopo che Westpac Bank ha anticipato la tempistica delle previsioni sul prossimo taglio dei tassi da parte della Reserve Bank of Australia ad ottobre, anziché a novembre.
--Articolo realizzato con il contributo di Reuters