Investing.com - Il dollaro prosegue la sua discesa negli scambi europei di questo martedì mattina, mentre l’euro e lo yen si rafforzano con i trader che si aspettano un’erosione della maggiorazione del tasso di interesse sugli asset in dollari.
Nella notte, il biglietto verde è sceso al minimo di 14 mesi di 106,79 contro lo yen, prima di riprendersi lievemente ed attestarsi a 106,97 alle 3:45 ET (07:45 GMT). L’indice del dollaro, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, ha segnato il minimo di tre mesi di 95,468 prima di vedere una ripresa a 95,488.
L’euro, intanto, tocca il massimo di tre mesi di 1,1413 dollari, prima di consolidarsi a poco meno di 1,1400 dollari, in parte per via del report Insee più debole del previsto in Francia. E questo un giorno dopo i dati altrettanto deboli pubblicati dall’Istituto di Ricerca Ifo sul sentimento delle imprese tedesco.
Cautela resta la parola d’ordine del giorno dopo che l’Iran ha risposto alle sanzioni USA contro il leader supremo, l’Ayatollah Khamenei, affermando che il canale diplomatico per le comunicazioni è stato “chiuso per sempre”. Malgrado ciò, le sanzioni perlopiù simboliche annunciate ieri non sono state sufficienti a scatenare una corsa rilevante verso gli asset rifugio.
Ci sono pochi incentivi per i trader per prendere nuove posizioni in vista dell’importantissimi summit del G20 del fine settimana, dove il Presidente USA Donald Trump ed il leader cinese Xi Jinping si incontreranno. Una telefonata tra i responsabili delle trattative dei due paesi ieri sera non ha fornito maggiori dettagli ma almeno ha fatto evitare una rottura pubblica delle comunicazioni.
I riflettori del mercato delle valute quest’oggi saranno puntati probabilmente sul presidente della Federal Reserve Jerome Powell, che parlerà alle 13 ET (17:00 GMT). Powell è stato nuovamente oggetto di critiche da parte di Trump ieri, che ha accusato la Fed di comportarsi come un “bambino cocciuto” per non aver tagliato i tassi di interesse durante il vertice della scorsa settimana.
Intanto, la sterlina prosegue la sua recente ripresa sulla notizia che i legislatori del partito Conservatore intendono fermare Boris Johnson dal fare uscire il Regno Unito dall’Unione Europea senza accordo il 31 ottobre se, come si prevede, Johnson dovesse vincere la corsa alla leadership del partito.
Tra le altre notizie, la lira turca fatica a consolidare i rialzi di ieri. Rimane pressoché invariata a 5,8197 contro il dollaro.