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Johnson e la più probabile hard Brexit mandano a picco la sterlina

Pubblicato 29.07.2019, 15:16
Aggiornato 29.07.2019, 15:22
© Reuters.

Investing.com - Continua il calo della sterlina e scende sotto quota 1,23 dollari, ai minimi del 2016 quando si svolse il referendum sulla Brexit.

Proprio i timori legati all’uscita dall’Unione europea senza un accordo stanno attirando le vendite sulla coppia GBP/USD, dopo che Theresa May è stata sostituita da Boris Johnson nel ruolo di Premier.

Appena nominato Primo ministro, Johnson ha mostrato determinazione nel portare avanti l’uscita della Gran Bretagna “senza se e senza ma”, affermando di voler fare “un nuovo accordo e sarà migliore”, ma se questo non sarà raggiunto, “il Regno Unito uscirà comunque”.

Punto ‘caldo’ nei negoziati tra UE e Gran Bretagna resta il ‘Backtop’, ovvero una assicurazione che permetterà di avere un confine non rigido tra l’Irlanda del Nord – che fa parte del Regno Unito – e la Repubblica dell’Irlanda una volta formalizzata la separazione del Regno Unito dal resto dell’Unione Europea.

In pratica, la situazione rimarrebbe uguale a quella attuale malgrado l’entrata in vigore del nuovo “confine”: l’Irlanda del Nord rimarrebbe nel mercato comune europeo e nell’unione doganale senza quindi che vengano ripristinati i controlli alla frontiera con l’Irlanda.

Johson ha lanciato chiari segnali affermando che non interagirà con l’Unione europea fino a quando questa non rinuncerà al Backstop, puntando alla sua abolizione insieme all’accordo sulla Brexit.

Il neo primo Ministro, infatti, avrebbe chiamato al telefono Angela Merkel dicendo che l’unico modo per trovare un accordo sarebbe quello di smantellare il Backstop, altrimenti la Gran Bretagna uscirà senza accordo.

Il mantenimento del Backstop permetterebbe alle merci di poter passare tramite l’Irlanda del Nord ma potrebbe scatenare nuovi problemi con gli Unionisti irlandesi. Se la presenza dei nordirlandese nella UE e nella Gran Bretagna allo stesso tempo aveva permesso la fine della lotta armata secessionista, infatti, la chiusura del confine potrebbe spingerli a volersi separare dal Regno Unito, puntando all’unificazione con l’Irlanda.

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Altri problemi per Johnson e per i britannici potrebbero arrivare dalla Scozia, pronta a chiedere un nuovo referendum per l’indipendenza.

Il leader del Partito nazionalista scozzese Nicola Sturgeon, infatti, ha dichiarato che sta valutando l’ipotesi di un secondo referendum per la secessione. Inoltre, Sturgeon ha chiesto al nuovo premier britannico di non condurre la Scozia “al disastro” di una Brexit senza accordo.

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Più che nell' Occidente, diciamo nella vecchia Europa.
Nell'Occidente la moda di eleggere cialtroni nazionalisti, alla guida dei Governi , sta diventando preoccupante. USA, UK, Italia, Polonia,Ungheria... Chi é indigente pensa davvero di migliorare la propria condizione dando il potere ai meno colti ed ai meno intelligenti? :-))
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