Investing.com - L’indice settimanale del sentimento di Investing.com pubblicato questo lunedì ha mostrato che le posizioni rialziste dei traders sul dollaro sono scese al minimo da novembre nella settimana terminata il 18 dicembre.
Secondo il report, il 47,1% degli investitori ha mantenuto le posizioni lunghe sul cambio USD/JPY la scorsa settimana, in calo dal 59,0% della settimana precedente.
Lo yen è schizzato di oltre l’1% contro il dollaro venerdì dopo che la Banca del Giappone ha annunciato cambiamenti minimo al programma di stimolo monetario ma non ha aumentato gli acquisti di asset, deludendo gli investitori che si aspettavano una politica economica più aggressiva.
Intanto, il 33,3% degli investitori ha mantenuto le posizioni lunghe sulla coppia EUR/USD la scorsa settimana, in salita dal 31,2% della settimana prima, mentre il 46,1% ha tenuto le posizioni lunghe sul cambio GBP/USD, in salita dal 40,5% della settimana precedente ed il 49,1% dei traders ha mantenuto le posizioni lunghe sulla coppia USD/CHF, giù dal 53,2% della settimana prima.
Tra le valute legate alle materie prime, il 47,7% ha mantenuto posizioni lunghe sul cambio USD/CAD, rispetto al 43,0% della settimana precedente, il 48,1% ha mantenuto le posizioni lunghe sulla coppia AUD/USD, in salita dal 41,7% della settimana prima, mentre il 32,5% ha mantenuto le posizioni lunghe sul cambio NZD/USD, in calo dal 38,8% della settimana precedente.
Intanto, il 52,1% dei traders ha mantenuto le posizioni lunghe sui futures dell’oro la scorsa settimana, giù dal 53,6% della settimana prima.
Nel report si legge inoltre che il 43,0% degli investitori ha mantenuto le posizioni lunghe sull’indice S&P 500 la scorsa settimana, rispetto al 41,3% della settimana precedente.
Una lettura tra il 50% ed il 70% è rialzista per lo strumento, una lettura tra 30% e 50% è ribassista, una lettura sopra il 70% indica condizioni di overbought ed una lettura sotto il 30% indica condizioni di oversold.
La serie di indici di Investing.com è sviluppata internamente. Ciascun indice misura l’esposizione generale alle principali coppie di valute, alle materie prime e agli indici, mediante l’uso dei dati sugli scambi di futures e OTC su tutte le posizioni aperte long e short.