Investing.com - La sterlina scende questo lunedì sulla scia delle notizie del weekend secondo cui il Primo Ministro britannico Theresa May potrebbe dover affrontare una sfida sulla leadership ad un punto cruciale nelle trattative per la Brexit, mentre il dollaro sale contro il paniere delle valute.
Il cambio GBP/USD scende dello 0,81% a 1,3084 alle 03:28 ET (08:28 GMT), staccandosi dal massimo di una settimana di 1,3229 di venerdì segnato dopo i dati migliori del previsto sul settore manifatturiero britannico.
Sulla sterlina pesano le notizie del fine settimana secondo cui quaranta membri del parlamento sarebbero pronti a firmare una lettera di sfiducia contro il Primo Ministro May, aprendo la strada ad una sfida formale sulla leadership.
La sterlina è andata sotto ulteriore pressione quando il Segretario britannico alla Brexit David Davis ieri ha affermato che il Regno Unito non fornirà alcuna cifra sull’accordo finanziario con l’Unione Europea, mettendo in evidenza la mancanza di progressi nelle trattative per il divorzio.
L’euro sale al massimo di oltre una settimana contro la sterlina, con la coppia EUR/GBP su dello 0,6% a 0,8895.
La moneta unica scende contro un dollaro più forte, con il cambio EUR/USD giù dello 0,24% a 1,1638.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, sale dello 0,23% a 94,52, con gli investitori concentrati sulle riforme fiscali USA.
L’indice ha chiuso la settimana scorsa in calo dello 0,61% in un clima di delusione tra gli investitori poiché il taglio delle tasse alle imprese USA in programma potrebbe essere rinviato fino al 2019 anziché entrare in vigore quest’anno.
I Repubblicani al Senato giovedì hanno annunciato un piano fiscale diverso da quello dei Repubblicani alla Camera, facendo emergere le difficoltà nel far conciliare i due diversi piani con poco tempo a disposizione prima della scadenza di fine anno che si sono prefissati.
Le speranze di una riforma fiscale hanno spinto il dollaro da metà settembre. Alcuni trader ritengono che le riforme fiscali possano dare slancio alla crescita, aumentando le pressioni sulla Federal Reserve affinché alzi i tassi di interesse, la cosiddetta “Trumpflation”.
Il dollaro scende contro lo yen, con la coppia USD/JPY in calo a 113,48.
Anche il dollaro australiano e quello neozelandese sono in calo, con la coppia AUD/USD giù dello 0,16% a 0,7648 ed il cambio NZD/USD che scende dello 0,27% a 0,6919.