Secondo Eurostat il tasso di inflazione annuale dell'Eurozona si è attestato al 5,2% ad agosto 2023. Un dato in calo rispetto al 5,3% di luglio e inferiore alle stime flash dell’istituto di statistica europeo di fine agosto che la davano stabile al 5,3%.
Un anno prima, il tasso era 9,1%, mentre risulta ancora più lontano il picco del 10,6% registrato nell'ottobre 2022.
Per quanto riguarda l'intera Unione Europea, l'inflazione annuale è stata del 5,9% ad agosto 2023, in calo rispetto al 6,1% di luglio. Un anno prima, il tasso era del 10,1%.
I tassi annuali più bassi sono stati registrati in Danimarca (2,3%), Spagna e Belgio (entrambi 2,4%). I tassi annuali più alti sono stati registrati in Ungheria (14,2%), Cechia (10,1%) e Slovacchia (9,6%). Rispetto a luglio, l'inflazione annuale è diminuita in quindici Stati membri, è rimasta stabile in uno ed è aumentata in undici. In Italia l’inflazione annuale è sopra la media dell'Eurozona, attestandosi al +5,5%.
Ad agosto, il contributo maggiore al tasso d'inflazione annuale dell'area dell'euro è venuto dai servizi (+2,41 punti percentuali, pp), seguiti da prodotti alimentari, alcolici e tabacco (+1,98 pp), beni industriali non energetici (+1,19%) ed energia (-0,34%). (-0,34%).
Per quanto riguarda le prospettive, la Commissione europea aveva già provveduto a delineare il quadro dei prossimi mesi lo scorso 11 settembre nelle previsioni economiche di estate 2023.
“I prezzi dell'energia dovrebbero continuare a diminuire per il resto del 2023, seppure a un ritmo più lento. Si prevede un nuovo lieve aumento nel 2024, a causa del rincaro del petrolio. L'inflazione nel settore dei servizi è stata finora più persistente del previsto, ma dovrebbe continuare a scendere con l'attenuarsi della domanda a causa dell'impatto dell'inasprimento della politica monetaria e del venir meno della spinta post-COVID. I prezzi dei prodotti alimentari e industriali non energetici continueranno a contribuire ad allentare l'inflazione nel periodo oggetto delle previsioni, riflettendo anche il calo dei prezzi dei fattori produttivi e la normalizzazione delle catene di approvvigionamento”, aveva spiegato Bruxelles nel comunicato.
Prospettive su cui, aveva spiegato la Commissione, “gravano ancora rischi e incertezze. Il perdurare della guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina e le tensioni geopolitiche globali continuano a rappresentare un rischio e una fonte di incertezza. L'inasprimento della politica monetaria potrebbe pesare sull'attività economica in misura maggiore del previsto, ma dall’altro lato potrebbe portare a un più rapido calo dell'inflazione, accelerando il ripristino dei redditi reali. Per contro, le pressioni sui prezzi potrebbero rivelarsi più persistenti. Sulle prospettive gravano anche i crescenti rischi climatici, esemplificati dalle condizioni meteorologiche estreme, dagli incendi boschivi e dalle inondazioni senza precedenti verificatesi quest’estate”.
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