Investing.com - Il prezzo del greggio oscilla vicino ai massimi plurimensili questo giovedì, la notizia di un calo della produzione globale continua a supportare la materia prima.
Il contratto del greggio West Texas Intermediate con consegna ad ottobre si attesta a 49,92 dollari al barile alle 09:00 ET (13:00 GMT) con un balzo dell’1,24%, il massimo dal 10 agosto.
Intanto, il greggio Brent con consegna ad ottobre sull’ICE Futures Exchange di Londra è in salita di 45 centesimi, o dello 0,82%, al massimo di cinque mesi di 55,60 dollari al barile.
I prezzi sono schizzati quando ieri l’Agenzia Internazionale per l’Energia ha reso noto che le scorte di greggio globali sono scese per la prima volta in quattro mesi ad agosto ed ha rivisto al rialzo le previsioni sulla domanda di greggio per il 2017 a 1,6 milioni di barili al giorno dalla stima di luglio di 1,5 milioni.
I dati seguono di un giorno l’ultimo report dell’OPEC, secondo cui la produzione di greggio da parte del cartello il mese scorso è scesa per la prima volta da marzo.
Martedì l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio ha dichiarato che la produzione ad agosto è diminuita di 79.000 barili al giorno a 32,76 milioni, per via del calo in Libia, Gabon, Venezuela ed Iraq.
Meno incoraggianti i dati della U.S. Energy Information Administration, secondo cui le scorte di greggio sono aumentate di 3,2 milioni di barili la scorsa settimana, più del previsto.
Le scorte di benzina, invece, sono diminuite di 8,4 milioni di barili, il calo settimanale maggiore mai registrato dall’EIA dal 1990.
L’aumento è avvenuto dopo che a causa dell’uragano Harvey la produzione in alcuni giacimenti nel Golfo del Messico e nelle raffinerie in Texas è stata interrotta e che i produttori nazionali hanno ridotto la produzione per evitare un eccesso di scorte.
Intanto, i future della benzina scendono dello 0,36% a 1,639 dollari al gallone, mentre i future del gas naturale sono in calo dello 0,13% a 3,054 dollari per milione di BTU.