Sicuramente la svolta nel segno dell’allentamento favorisce il reddito fisso, soprattutto high yield ed emergente, mentre secondo Axa, qualche cautela è d’obbligo sull’azionario. I rischi Golfo e deficit Usa
Nel conto alla rovescia del 2019 mancano poco più di cinque mesi, che sui mercati finanziari difficilmente potranno replicare l’andamento stellare della prima parte dell’anno che ha premiato sia l’investitore nell’azionario -a cominciare da quello americano – e sia nel reddito fisso, anche qui più di tutti quello americano. Questa congiuntura molto favorevole e difficilmente ripetibile è stata il risultato della svolta a “U” impressa alla politica monetaria dalla Fed a cavallo dell’anno, con una accelerazione verso l’ulteriore allentamento a maggio- giugno, cui ha fatto seguito una accelerazione da parte di una Bce già incamminata sul sentiero dello stimolo monetario.
RECESSIONE PIÙ LONTANA
Questo ha fatto bene alle azioni, perché ha spostato in avanti nel tempo il rischio di una recessione negli Usa e nel resto del mondo, e quindi ha allontanato una delle principali minacce alla tenuta degli utili delle società quotate. Ma ha fatto molto bene anche ai bond. Sia a quelli investment grade, a cominciare anche qui dai Treasury americani, i cui prezzi sono saliti in corrispondenza della discesa dei rendimenti causata dalla svolta della Fed e dall’assenza di inflazione all’orizzonte, ma sia agli high yield e al debito emergente...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge