BRUXELLES (Reuters) - I ministri finanziari Ue discuteranno nella riunione Ecofin di domani la definizione di una lista nera di paradisi fiscali a livello mondiale, dopo le ultime rivelazioni su nuovi casi di evasione fiscale internazionale di alto livello.
La decisione di includere tale tema alla riunione mensile dell'Ecofin è giunta a seguito della pubblicazione, durante il fine settimana su diversi media, dei cosiddetti 'Paradise Papers': si tratta di una serie di documenti finanziari riservati - provenienti principalmente dalla Appleby, uno dei principali studi legali off shore a livello internazionale - che mostrano operazioni con paradisi fiscali da parte di diverse figure pubbliche di alto livello, quali il segretario al Commercio Usa Wilbur Ross o la regina Elisabetta di Gran Bretagna.
È da mesi che gli Stati Ue puntano a raggiungere entro la fine di quest'anno un accordo su una 'black list' unica di paradisi fiscali e le nuove rivelazioni hanno spinto ad anticipare la discussione, riportano fonti ufficiali di Bruxelles, anche se nessuna decisione finale è attesa per domani.
Al momento ogni singolo membro Ue ha la propria lista di giurisdizioni considerate poco cooperative in materia fiscale, con criteri di definizione che variano notevolmente da Paese a Paese; ma a seguito del precedente scandalo dei cosiddetti 'Panama Papers' fu deciso di adottare una serie di misure anti evasione comuni tra cui la creazione di una lista nera unica a livello Ue.
Non ci sono ancora dettagli sul tipo di sanzioni che potrebbero essere previste per gli Stati inclusi nella lista.
Alcuni Paesi Ue rimangono peraltro scettici, ritrovandosi anch'essi sotto osservazione per concorrenza fiscale sleale. Alcuni piccoli Paesi Ue, quali Lussemburgo, Malta e Irlanda, cercano di attrarre imprese con una politica di basse tasse corporate; ad esempio alcuni di essi sono stati sanzionati per accordi fiscali con aziende multinazionali che hanno avuto conseguenze negative sul gettito fiscale di altri Paesi membri.
Per vincere tali resistenze fu proposto che la black list Ue includa solo Paesi esterni all'Unione e che non vengano automaticamente considerati paradisi fiscali quegli Stati che non impongono tasse corporate.
(Francesco Guarascio)