di Giancarlo Navach
VERONA (Reuters) - Dopo Pirelli e Saras, il colosso petrolifero mondiale russo Rosneft, forte di una produzione di oltre 5 milioni di barili di olio equivalente al giorno e giacimenti offshore pari al 20% delle risorse mondiali negli oceani, non esclude di continuare a crescere ancora in Italia, nonostante le sanzioni europee a seguito della crisi ucraina.
E anche Saipem, la società di ingegneristica e costruzioni che Eni ha deciso di mettere in vendita, potrebbe entrare nell'orbita di Rosneft.
"In Italia abbiamo gia investito, se ci saranno altre proposte efficienti le considereremo. Il flusso monetario che genera la società ci permette di portare avanti i piani di investimento", ha detto Igor Sechin, numero uno del colosso russo, così come riportato da un traduttore, a margine del III Forum eurosiatico in corso a Verona che ha l'obiettivo di riavviare il dialogo fra Italia e Russia.
Nonostante le sanzioni, dunque, Rosneft non sembra tirarsi indietro sul fronte dell'espansione estera. Una possibilità concreta potrebbe essere l'ingresso in Saipem. "Saipem non c'è sul mercato...aspettiamo una proposta", ha così risposto Sechin in italiano alla domanda se Rosneft fosse interessata a una quota in Saipem. Lo scorso luglio l'Ad della major petrolifera italiana, Cladio Descalzi, ha annunciato che Saipem non è più strategica per Eni e che è stato affidato un mandato a una banca d'affari per valutare la cessione di una quota o di tutta la partecipazione, pari al 43%.
Quanto alla possibilità che il Tesoro italiano possa ridurre la quota detenuta direttamente in Eni, Sechin si è limitato a dire che "è una questione del governo italiano. Al momento non c'è...aspettiamo".
Sul fronte della partecipate italiane, Sechin ha parole di apprezzamento nei confronti della famiglia Moratti, principali azionisti della società di raffinazione Saras, di cui Rosneft detiene il 21% del capitale, ma non si sbilancia sull'eventualità di una ulteriore crescita nel capitale.
Saras "non è un cattivo asset per noi e veramente c'è bisogno di aumentare l'efficienza con la possibilità di sviluppare l'impianto petrolchimico lì. Ci sono degli azionisti maggioritari, io provo verso Moratti un grande rispetto e vorrei mandare a loro i miei saluti, persone bellissime, rispettose e molto intelligenti. Noi li rispettiamo per la loro collaborazione", ha spiegato Sechin.
Il manager russo si è espresso ovviamente contro le sanzioni, sottolineando che "chi agisce contro le leggi naturali economiche dei mercati va contro se stesso. E la mancanza di relazioni tra Europa e Russia crea un rischio per milioni di consumatori". E sempre riguardo alla crisi politica tra Ue e Russia, per il numero uno di Rosneft "è indispensabile rafforzare la sinergia naturale che c'è tra Europa e Russia ma servono regole chiare, le società energetiche non devono essere soggette a intrusioni politiche". Il riferimento è alla norma Ue dello scorso luglio che "vieta ai russi di chiedere il rispetto dei loro diritti contrattuali".