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Atlantia, vertice di governo nel pomeriggio su decreto per revoca concessioni

Pubblicato 23.12.2019, 16:22
Atlantia, vertice di governo nel pomeriggio su decreto per revoca concessioni
ATL
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ROMA (Reuters) - Un vertice di governo si terrà nel pomeriggio per risolvere lo stallo sul decreto che rende più facile revocare la concessione autostradale ad Atlantia (MI:ATL), secondo quanto riferisce a Reuters una fonte governativa.

Alle 16,15 le azioni del gruppo controllato dalla famiglia Benetton cedono il 4%.

Sabato il consiglio dei ministri ha approvato il decreto Milleproroghe, con dentro le norme sulle concessioni, secondo la formula "salvo intese", lasciando intendere che numerosi dettagli sono ancora da definire.

Atlantia, cui fa capo Autostrade per l'Italia (Aspi), è nel mirino del Movimento 5 Stelle dopo il crollo del ponte Morandi di Genova, oltre un anno fa, che ha ucciso 43 persone.

I 5 Stelle hanno chiesto ripetutamente che Aspi fosse privata della concessione autostradale, i cui proventi rappresentano circa un terzo dei profitti 'core' di Atlantia.

Il decreto tuttavia divide le forze di maggioranza.

Un ministro del Pd, parlando a condizione di restare anonimo, ha detto a Reuters che il provvedimento ha lo scopo di costringere Atlantia ad accettare una revisione della concessione, che scade nel 2038.

Italia Viva si è però opposta, sostenendo che le norme sulle concessionarie potrebbero minare la fiducia degli investitori stranieri verso l'Italia.

Stando alla bozza di decreto, che Reuters ha potuto visionare, Anas subentrerebbe temporaneamente se il governo decidesse di revocare la concessione ad un operatore.

Le nuove norme puntano inoltre a ridurre considerevolmente gli importi che il governo dovrebbe versare alla società a titolo di compensazione.

Ad Aspi spetterebbe infatti solo il valore delle opere realizzate più gli oneri accessori, calcolati al netto degli ammortamenti. La concessione oggi in vigore prevede invece indennizzi che alcuni analisti calcolano in 15-20 miliardi.

In un comunicato diffuso ieri, Aspi ha affermato che il decreto rischia di violare la Costituzione italiana, annunciando azioni legali a sua tutela.

Se il governo dovesse approvare il provvedimento, Aspi considererebbe la concessione revocata richiedendo un indennizzo multi-miliardario, si legge nella nota.

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