Secondo gli esperti di Credit Suisse entrambi i settori, banche e auto, dell’azionario Europa sono sottovalutati e proiettati a potenziali overperformance rispetto al mercato
La scorsa settimana l’attenzione degli esperti di Credit Suisse si è focalizzata su due settori dell’azionario Europa molto problematici: banche e auto. La conclusione a cui sono giunti è però piuttosto semplice: sovrappeso in entrambi i settori, nonostante, nel complesso, i professionisti di Credit Suisse privilegino una sottoponderazione nei settori ciclici non finanziari. Scopriamo insieme il perché di questa scelta.
BANCHE, RENDIMENTO DA DIVIDENDI RECORD
Il rendimento da dividendi delle banche europee rispetto al mercato è tornato ai forti segnali di acquisto visti nel primo trimestre del 2000 e nel primo trimestre 2015. Da quei momenti in poi, nei successivi 12 mesi, le banche europee hanno registrato una extra performance rispetto al mercato del 45,5% (dal primo trimestre 2000) e del 7% (dal primo trimestre 2015). Gli esperti di Credit Suisse segnalano che in questa fase le banche sono il settore più correlato sia ai bund tedeschi che agli indici manifatturieri (PMI): in quest’ottica, il rimbalzo delle sorprese macro europee dai loro minimi da 10 anni, rappresentano un forte indizio favorevole alle banche.
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PREZZI INFERIORI DEL 20%
Più in particolare, la combinazione degli indici PMI e i Bund, suggerirebbe che le banche dovrebbero avere quotazioni superiori del 20% rispetto agli attuali livelli. I professionisti di Credit Suisse dichiarano un sovrappeso sulle banche commerciali in Europa con un pregiudizio verso la Spagna, dove l’ammontare dei prestiti recentemente acquisiti (quindi a tassi ai minimi storici) è al di sopra del totale dei mutui ipotecati a medio – lungo termine (i cui tassi sono superiori a quelli medi attuali).
SETTORE AUTO, P/E MOLTO ATTRAENTE
I titoli del settore auto, invece, vantano un rapporto prezzo / utili (p/e) molto economico, rispetto al resto del mercato come non è mai stato negli ultimi 12 mesi e, inoltre, sono ancora ipervenduti. Storicamente, quando sono stati ipervenduti, hanno saputo registrare, nel 90% dei casi, performance superiori alla media di mercato nel mese successivo. “La maggiore preoccupazione per le auto europee è il protezionismo, ma crediamo che alla fine la logica supererà le emozioni. Il compromesso potrebbe essere che l’Europa riduca i dazi sulle auto a livelli simili agli Stati Uniti (cioè dal 10% al 2,5%), mentre la Cina ha già abbassato i suoi dazi dal 25% al 15%” specificano gli esperti di Credit Suisse.
CINQUE FATTORI A SOSTEGNO DEL SETTORE
Ci sono poi altri cinque fattori che possono giocare a sostegno di un lieve sovrappeso sui titoli del settore auto europeo. In primis la fiducia dei consumatori in Europa è coerente con un aumento del 4% di vendite auto (che sono ancora del 6% al di sotto del loro picco precedente). In secondo luogo l’età media di un’auto è aumentata di quasi 2 anni dal 2011. In terzo luogo le revisioni degli utili sono rimaste più resilienti rispetto al resto del mercato azionario europeo. In quarto luogo il car sharing potrebbe incrementare la domanda di auto premium. Infine, le case automobilistiche più affermate vantano budget R&S (ricerca e sviluppo) quasi 50 volte maggiori di Tesla.
PROBLEMI NEL MERCATO CINESE
Sul fronte degli elementi che potrebbero continuare a influire negativamente sul settore auto europeo, i professionisti di Credit Suisse segnalano, oltre ai dazi commerciali, anche la Cina, il cui mercato rappresenta un quinto delle vendite di automobili tedesche e una percentuale pari o maggiore in termini di profitti. “Le vendite di auto cinesi stanno rallentando, mentre i margini delle auto straniere in Cina sono tripli rispetto a quelli dei marchi locali. E questo nonostante recenti analisi abbiamo dimostrato che il gap di qualità tra marchi stranieri e cinesi è praticamente scomparso” fanno sapere gli esperti di Credit Suisse.
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UNA RAGIONEVOLE VIA DI MEZZO
Un compromesso potrebbe essere quello di muoversi verso una via di mezzo tra i margini attuali delle auto cinesi e quelle tedesche che potrebbe accontentare tutti: le autorità di Pechino (che vanterebbero il sostegno all’industria automobilistica locale) e gli esportatori europei in Cina (che avrebbero comunque margini sempre molto sostenuti in un mercato ancora in forte espansione).
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** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge. Una parte di contenuti e dati gentilmente concessi da Credit Suisse