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Banche ancora in difficoltà, Unicredit affonda dopo lo stop al dividendo

Pubblicato 30.03.2020, 14:09
© Reuters.
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Di Mauro Speranza

Investing.com – Non si ferma il netto calo dei titoli bancari, testimoniato dal -6% del Ftse Italia All Share Banks che sottoperforma il principale indice di Piazza Affari, il cui andamento in rosso appare meno vistoso (-0,90%).

Tra i titoli peggiori c'è Unicredit (MI:CRDI), con un crollo del 7% e le azioni cambiate a 7,24 euro, seguita da Mediolanum (MI:BMED) e Intesa Sanpaolo (MI:ISP) con un calo del 6%, mentre Mediobanca (MI:MDBI), Banco Bpm (MI:BAMI) e Ubi Banca (MI:UBI) scendono del 3%.

Ad attirare le vendite sul settore è la notizia della raccomandazione da parte della Banca centrale europea rivolta alle banche di sospendere la distribuzione dei dividendi almeno fino a ottobre 2020, oltre che di non procedere con i buy back fino ad allora. La raccomandazione è già stata seguita da Unicredit (MI:CRDI), Banca Mediolanum (MI:BMED) e Banca Generali (MI:GASI), mentre si attendono le decisioni di Intesa Sanpaolo (MI:ISP) e Ubi Banca (MI:UBI).

La decisione era stata presa col fine di “rafforzare la capacità delle banche di assorbire perdite e sostenere l'erogazione del credito alle famiglie, alle Pmi e alle aziende durante la pandemia del coronavirus, i dividendi per gli anni finanziari 2019 e 2020 non dovrebbero essere pagati almeno fino al 1 ottobre 2020”, spiega la BCE. “Questa nuova raccomandazione non cancella in maniera retroattiva i dividendi già pagati da alcune banche per l'anno finanziario 2019”, aggiunge l'istituto centrale.

“La Bce”, conclude il comunicato, “si aspetta che gli azionisti aderiscano a questo sforzo collettivo. Il capitale conservato astenendosi dal distribuire dividendi e dal portare avanti programmi di buyback può dunque essere utilizzato per sostenere famiglie, pmi e grandi imprese e/o per assorbire perdite da esposizioni esistenti a tali mutuatari”.

La decisione è stata accolta con favore dall'ad di Unicredit (MI:CRDI), Jean Pierre Mustier, il quale “come presidente della Federazione bancaria europea (Fbe)” ha dichiarato di condividere la decisione della BCE, annunciando che potrebbe liberare “30 miliardi di capitale per sostenere l'economia”, in quanto ritiene “le banche sono parte della soluzione in questa crisi”.

Quanto all'operato delle banche centrali, Mustier ha sottolineato di aver visto “misure straordinarie da parte della Bce, molto potenti e senza precedenti. Penso che la Bce abbia fatto un lavoro straordinario in termini di politica monetaria e di liquidità. E anche i governi in ogni paese, hanno varato azioni per sostenere l'economia, ad esempio sono molto importanti le garanzie che ci consentono di sostenere le pmi”.

L'impatto sul settore finanziario

Secondo quanto calcolato da Equita, la cancellazione dei dividendi libera 5,6 miliardi di capitale fra le banche italiane, “equivalente a +58 punti base per far fronte a 14 miliardi di euro di Npe extra da assorbire (1% di default rate). Se venissero cancellati anche i dividendi 2021, ci sarebbe un ulteriore rilascio di 6,3 miliardi (pari a 61 punti base)”.

“Aggiungendo a questo punto la maggior flessibilità di capitale garantita dalla Bce, le banche hanno a disposizione fino a 59 miliardi di capitale extra (171 punti base) che consentono di fronteggiare la nascita di 145 miliardi di nuove Npe, ovvero oltre due volte la quantità attuale e pari ad un default rate dell'11%, un valore doppio rispetto ai picchi registrati nel 2008 e nel 2009”, aggiungono questi esperti.

Si tratta di una decisione storica, spiegano da Equita, in quanto “mai un regolatore si era spinto a chiedere di cancellare i dividendi". “Secondo noi non si tratta di una sospensione dei dividendi ma di una cancellazione tout court che rende quasi impossibile pagare nel 2020”, aggiungono.

Infatti gli utili "verranno destinati a riserve e, se venisse eliminato il divieto alla distribuzione, le banche dovrebbero chiedere autorizzazione per distribuirle con ridotte probabilità di successo", concludono questi esperti.

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