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Banche coinvolte in 70% casi di greenwashing nel 2023 - studio

Pubblicato 03.10.2023, 16:22
Aggiornato 03.10.2023, 16:27
© Reuters. Il distretto finanziario de La Defense vicino Parigi. REUTERS/Stephanie Lecocq/
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LONDRA (Reuters) - Il numero di casi di 'greenwashing' da parte di banche e società di servizi finanziari di tutto il mondo è aumentato del 70% negli ultimi 12 mesi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

È quanto emerge da uno studio pubblicato da RepRisk, società specializzata in ricerche e analisti sui rischi Esg.

La maggior parte dei casi coinvolgono istituti finanziari europei e larga parte delle tematiche di greenwashing riguardano i combustibili fossili.

RepRisk ha registrato 148 casi nel settore bancario e dei servizi finanziari a livello globale nei 12 mesi fino a fine settembre rispetto agli 86 dell'anno precedente precedenti.

Su 148 casi, 106 riguardavano istituzioni finanziarie europee.

Il greenwashing consiste nell'utilizzo di dichiarazioni ingannevoli sulla sostenibilità rivolte a investitori o consumatori, di solito a scopo di migliorare la propria reputazione e sostenere i profitti.

Le autorità di regolamentazione vogliono eliminare il greenwashing per aumentare la fiducia dei consumatori e degli investitori e incoraggiare una maggiore liquidità verso gli investimenti sostenibili, anche se non esiste ancora una sua definizione giuridica.

RepRisk, che afferma di disporre di dati risalenti al 2007, ritiene che il greenwashing si verifichi quando un'azienda fa comunicazioni fuorvianti su argomenti di natura ambientale.

La società ricerca questi dati analizzando fonti pubbliche e stakeholder, piuttosto che le informazioni pubblicate dall'azienda. Ad esempio, se da uno studio emerge che un'azienda ha sopravvalutato l'impatto di un'iniziativa, questo verrebbe considerato un caso di greenwashing.

© Reuters. Il distretto finanziario de La Defense vicino Parigi. REUTERS/Stephanie Lecocq/

"In oltre il 50% di questi episodi di rischio di greenwashing specifico sul clima o vengono citati i combustibili fossili o collegano un istituto finanziario a una società petrolifera e del gas. Questi casi non sono isolati e le autorità di regolamentazione sono sempre più consapevoli della portata del problema", ha detto RepRisk.

Al momento non è stato possibile avere un commento sui risultati dello studio di RepRisk da parte di UK Finance, che rappresenta il settore bancario e finanziario, e della Federazione bancaria europea 

(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Andrea Mandalà)

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