Investing.com - I futures del greggio West Texas Intermediate sono saliti al massimo delle ultime due settimane lo scorso venerdì, dopo i dati che hanno mostrato un calo del numeri di impianti di estrazione negli USA, calo dovuto al crollo dei prezzi registrato durante l’estate.
Sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna a dicembre lo scorso venerdì ha chiuso la seduta a 46,59 dollari al barile, in salita di 53 centesimi o dell’1,15%. I prezzi erano precedentemente saliti a 47,03 dollari, il massimo dal 19 ottobre.
L’agenzia Baker Hughes (NYSE:BHI) ha dichiarato venerdì che il numero degli impianti di trivellazione negli Stati Uniti è sceso di 16 unità la scorsa settimana a 578, il nono calo settimanale consecutivo ed il minimo dal luglio 2010.
Nelle ultime nove settimane è stato registrato un calo di 97 impianti. Un calo del numero degli impianti è rialzista poiché è un segnale di calo della produzione futura.
Sulla settimana i futures del greggio scambiati sulla borsa di New York sono saliti del 4,46%, o di 1,85 dollari, grazie soprattutto all’impennata del 6% registrata mercoledì scorso dovuta all’aumento delle scorte di greggio ed al calo delle scorte fi benzina e diesel.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il Brent con consegna a dicembre ha chiuso venerdì a 49,56 dollari al barile, in salita di 76 centesimi o dell’1,56%, dopo aver toccato il massimo della seduta di 50,00 dollari, il massimo dal 19 ottobre.
Sulla settimana, i futures del greggio Brent scambiati sulla borsa di Londra hanno segnato un aumento del 3,27%, o di 1,56 dollari, il primo aumento settimanale dopo tre settimane.
Negli ultimi mesi, il mercato del greggio è risultato volatile a causa dell’incertezza legata alla tempistica della riduzione dell’eccesso di greggio globale.
La produzione globale di greggio risulta superiore alla domanda per via dell’aumento della produzione del petrolio di scisto negli Stati Uniti ed in seguito alla decisione dello scorso anno dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio di non tagliare la produzione.
Il prezzo del greggio è crollato di quasi il 60% dalla scorsa estate a causa della preoccupazione per l’eccesso di greggio sui mercati globali.
Lo spread tra i contratti Brent e quelli WTI alla chiusura di venerdì era a 2,97 dollari, contro i 2,74 dollari della chiusura di giovedì.
Nella settimana oramai alle porte, i traders attenderanno i dati USA di venerdì sull’occupazione di ottobre, dati che potrebbero fornire chiarimenti sull’eventuale aumento dei tassi di interesse.
Gli operatori dei mercati attenderanno inoltre i dati statunitensi sul settore manifatturiero e su quello dei servizi, oltre agli ordinativi industriali ed i dati commerciali, alla ricerca di indicazioni sulla tempistica di un aumento dei tassi.
In vista dell’imminente inizio di settimana, Investing.com ha compilato una lista di questi ed altri eventi significativi che potrebbero influenzare i mercati. La guida salta lunedì in quanto non sono previsti eventi rilevanti.
Lunedì 2 novembre
La Cina pubblicherà l’indice manifatturiero Caixin.
Negli USA l’ISM rilascerà i dati sull’attività manifatturiera.
Martedì 3 novembre
Gli USA rilasceranno i dati sugli ordinativi industriali.
Mercoledì 4 novembre
La Cina pubblicherà l’indice Caixin sul settore dei servizi.
Il Presidente della BCE Mario Draghi terrà un intervento a Francoforte.
Gli USA pubblicheranno il report ADP sulla creazione di posti di lavoro nel settore privato, mentre l’ISM pubblicherà i dati sull’attività del settore dei servizi. Il paese rilascerà inoltre i dati sulla bilancia commerciale.
La Presidente della Fed Janet Yellen testimonierà davanti alla Commissione per i servizi finanziari a Washington.
Giovedì 5 novembre
Gli USA rilasceranno i dati sulle nuove richieste di sussidio di disoccupazione, nonché i dati preliminari sui costi del lavoro.
Venerdì 6 novembre
Gli USA chiuderanno la settimana con l’atteso report sull’occupazione non agricola.