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Borsa Milano cede oltre 2%, pesanti le utility, balza Cir

Pubblicato 02.12.2019, 18:07
Aggiornato 02.12.2019, 18:09
Borsa Milano cede oltre 2%, pesanti le utility, balza Cir
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MILANO, 2 dicembre (Reuters) - Piazza Affari chiude in forte calo la prima seduta di dicembre, colpita dai realizzi in un clima di scarsa propensione all'acquisto anche nel resto d'Europa e negli Usa.

"Con la fine di novembre gli investitori Usa hanno ormai chiuso il loro anno fiscale e dopo i recenti massimi si è persa la spinta al rialzo", commenta un trader.

Pesano sul sentiment alcuni dati macro Usa in contrazione e le rinnovate tensioni commerciali internazionali dopo che il presidente Donald Trump ha annunciato dazi sulle importazioni di metalli da Argentina e Brasile. Il trader sottolinea per l'Italia anche l'inasprirsi delle tensioni interne alla maggioranza di governo.

Sfilza di segni meno in tutto l'indice principale, sceso sotto i 23.000 punti, con i titoli delle società attive nei business regolati particolarmente penalizzati dall'incremento dei tassi dei titoli di Stato: Snam (MI:SRG) (-3,75%), Italgas (MI:IG) (-4,35%), Enel (MI:ENEI) (-3,66%) e Terna (MI:TRN) (-3,3%).

Netto calo anche per Recordati (MI:RECI) (-5%) e Leonardo (-4,35%).

Pesante il settore oil e quello automotive, giù tutto il settore lusso e le tlc.

Deboli le banche in tutta Europa. Unicredit (MI:CRDI) -1,5% alla vigilia dell'annuncio del piano industriale, Intesa Sanpaolo (MI:ISP) -1,3%. Prosegue in controtendenza la corsa di Banca Profilo.

Banca Mps (MI:BMPS) cede il 3%. Oggi l'AD Marco Morelli, ha detto che proseguono le interlocuzioni con la Commissione Ue per la riduzione del portafoglio di non-performing loan, mentre la Repubblica di sabato scrive che la Ue si oppone alla cessione ad Amco dei crediti deteriorati. Se questa indiscrezione del diniego UE fosse confermata, sarebbe negativa, sottolinea Equita nel report odierno.

Riflettori sul settore editoriale dopo che venerdì sera CIR (+12,2%) ha reso noto di aver avviato colloqui con Exor (MI:EXOR) (-2%) per la cessione della quota del 43,8% detenuta in Gedi (MI:GEDI), la società che edita "La Repubblica e "La Stampa". Gedi è rimasta sospesa in borsa in attesa di una nota.

Equita ipotizza un prezzo di cessione pari a 0,35 euro per azione, con un incasso stimato per Cir, nel caso di intera cessione della partecipazione, intorno a 77 milioni di euro.

"In attesa di conoscere quale sarà il prezzo di acquisto delle azioni, il mercato premia già Cir perché comunque incassa della liquidità, mentre Gedi pesa intorno all'1% sul Nav di Exor e a livello di immagine diventerebbe proprietaria di una testata prestigiosa", osserva un broker.

L'operazione ha spinto inizialmente anche gli altri editoriali, anche se a fine seduta si salvano dalle vendite generalizzate solo RCS (MI:RCSM) Mediagroup (+2,7%) e Class Editori (+0,6%).

Fra i minori in rialzo Astaldi (MI:AST) dopo che la società ha reso noto di avere avviato attività propedeutiche per la cessione della quota nel terzo ponte sul Bosforo.

Realizzi sui titoli saliti di recente sull'effetto Pir e sulle attese di una modifica della normativa fiscale su questi fondi: Elica -7%, El.En (-6%).

(Claudia Cristoferi , in redazione a Milano Gianluca Semeraro)

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