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Borsa Milano in profondo rosso su escalation crisi Ucraina, giù banche, Tim, sale Eni

Pubblicato 01.03.2022, 17:49
Aggiornato 01.03.2022, 17:55
© Reuters. L'ingresso della Borsa di Milano. REUTERS/Flavio Lo Scalzo

MILANO (Reuters) - A Piazza Affari tornano a intensificarsi le vendite sull'aumento delle tensioni per il conflitto in Ucraina, trascinando in profondo rosso gli asset più rischiosi.

Fallito il tentativo di rimbalzo dell'avvio di seduta, sui mercati si allontanano le speranze di un accordo.

Dopo il nulla di fatto dei primi incontri tra delegati russi e ucraini ieri, poche speranze vengono riposte anche nella seconda tornata di negoziati prevista per domani, anche alla luce dell'intensificarsi dell'offensiva russa mentre i paesi occidentali continuano a esercitare la massima pressione su Mosca e preparare nuove sanzioni.

Anche Wall Street che, con il rally serale di ieri aveva mostrato segnali di fiducia, oggi cede alle vendite.

Salgono i prezzi di gas e petrolio mentre il rublo scivola ulteriormente con la volatilità del mercato forex al suo massimo da fine 2020.

Si guarda anche alle mosse delle banche centrali alla luce dell'incertezza geopolitica con gli investitori che scommettono su un ripensamento della decisione di aumento dei tassi. E questo mentre, dall'altro lato, i dati macro continuano a segnalare un'inflazione galoppante trainata dai rialzi dei prezzi energetici.

Intorno alle 17,00 il FTSE Mib perde il 3,3% ai minimi di seduta.

Tra i titoli in evidenza:

Torna la pressione sulle banche, anche a livello europeo, con l'indice del comparto italiano che sprofonda del 5,7%. Pesante Intesa Sanpaolo (MI:ISP) in calo di circa il 7%, in compagnia di Mediobanca (MI:MDBI), Bper (MI:EMII) Banco Bpm (MI:BAMI) in discesa tra il 5% e il 6,5%. Non si sottrae a nuove vendite Unicredit (MI:CRDI), la più colpita dal recente sell-off per la sua maggiore esposizione alla Russia rispetto al resto dei concorrenti italiani, con una perdita del 4,7% nonostante i primi tentativi di rimbalzo.

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Anche Telecom Italia (MI:TLIT) in forte ribasso (-8,6%), alla vigilia del Cda sui conti e sul nuovo piano, con gli investitori che sembrano ormai abbandonare le attese sull'offerta di Kkr.

Giù anche il lusso con Moncler (MI:MONC) in calo dell'8,8% e Cucinelli (MI:BCU) del 6,5%.

Tengono petroliferi e utility in scia ai rialzi dei prezzi energetici. Eni (MI:ENI) balza del 3,7% mentre Terna (MI:TRN) avanza del 2%. Forte anche Saras (MI:SRS) a +4,3%.

Leonardo, prosegue la sua salita con un rialzo del 2,5%, sostenuto dalle prospettive di maggiori investimenti militari e dallo scenario di potenziali aggregazioni.

In linea all'andamento dell'automotive europeo Stellantis (MI:STLA) lascia sul terreno il 6% nel giorno del piano che vede un raddoppio dei ricavi netti a 300 miliardi di euro entro il 2030 e margini ancora sostenuti..

Riduce fortemente le perdite invece Peysmian (-0,5%) dopo avere annunciato i conti del 2021 archiviati con una crescita sopra i target del mercato e indicato per il 2022 un inizio altrettanto positivo.

Tra i titoli meno capitalizzati, pesante Tinexta, in calo di oltre il 10% dopo i risultati 2021 pubblicati ieri, in linea con le attese sui ricavi e Ebitda e leggermente peggiori per l'indebitamento finanziario netto, e il piano al 2024. Banca Akros ha ridotto la raccomandazione a 'reduce' da 'neutral'.

Schizza del 40% Assiteca allineandosi al prezzo al quale il gruppo britannico di intermediazione assicurativa Howden Group Holdings ha annunciato l'acquisto dell'87% circa e la successiva Opa sul restante capitale della società.

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(Andrea Mandalà, editing Gianluca Semeraro)

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