Lunedì nero a Piazza Affari (la peggiore a livello europeo), penalizzata dalle vendite sui timori di un inasprimento delle tensioni commerciali Usa-Cina, dopo le ultime dichiarazioni del presidente Usa, Donald Trump, che ha minacciato di portare al 25% i dazi sui prodotti cinesi.
"L'indice ha comunque chiuso ben sopra i minimi e questo vuol dire che il panico non c'è stato. E i volumi bassi denotano che non c'è gran voglia di vendere, anche se è preferibile mantenere cautela in queste fasi", osserva un trader.
Lettera su tutti i settori, in particolare l'automotive e l'high tech, resistono i difensivi, come il settore delle utility regolate.
Banche in netto ribasso. Le big INTESA SANPAOLO (MI:ISP) e UNICREDIT (MI:CRDI) cedono rispettivamente l'1,4% e il 3,27%. MPS (MI:BMPS) lascia sul terreno il 2,8%. Lo spread Btp-Bund, che si allarga di 4 punti base circa rispetto alla chiusura di venerdì, non sembra subire l'impatto delle tensioni politiche interne, ma più delle parole di Trump che favoriscono investimenti su obbligazioni meno rischiose.
STM (PA:STM) perde il 4%, sui possibili rischi di un aumento delle tensioni commerciali a livello globale, timore che penalizza gli industriali, a partire da CNH (MI:CNHI) INDUSTRIAL che cede quasi il 4%, con la controllante EXOR (MI:EXOR).
FIAT CHRYSLER (MI:FCHA) cede il 2,23% in linea con il settore in Europa; venerdì il rialzo dopo i risultati deboli, compensati però dalle rassicurazioni del Ceo Mike Manley sul secondo semestre del 2019.
Il timore dei dazi penalizza anche PIRELLI (MI:PIRC) che arretra del 3,3%. Giù anche TELECOM (MI:TLIT) che perde l'1,4% mentre si apprende da una fonte il cambio di Cfo.
Tengono solo i difensivi, come TERNA (MI:TRN) (+0,41%), ITALGAS (MI:IG) (-0,4%) e SNAM (MI:SRG) piatta.
Fra i minori AS ROMA (MI:ASR) (-7%), tra le peggiori del listino, dopo il pareggio con il Genoa non positivo per raggiungere il quarto posto in serie A che significherebbe l'accesso alla Champions il prossimo anno.
(Giancarlo Navach)