di Giancarlo Navach
Piazza Affari piatta e con pochi volumi, con l'iniziale spinta di Wall Street che si è di fatto esaurita nel corso della mattina sulle speranze di misure espansive da parte della Fed.
Banche ripiegano con lo spread del rendimento fra i titoli di Stato decennali italiani e tedeschi intorno a 140 punti base. Giù Unicredit (MI:CRDI) che cede l'1% circa, Intesa (MI:ISP) Sp in flessione dello 0,5%.
In luce Mps (MI:BMPS) con un balzo del 2% dopo la notizia Reuters che l'Italia sta discutendo con la Commissione europea un piano per liberare la banca di circa due terzi dei crediti deteriorati, in modo da agevolare il processo di cessione. Un report di Equita sottolinea che "l'operazione faciliterebbe in modo determinante l'exit strategy del Mef da Mps che diventerebbe un target di M&A molto più appetibile".
Mediobanca (MI:MDBI) debole, non reagisce alle notizie di stampa che indicano un nuovo obiettivo per la quota di Delfin nell'istituto, al 20%. Leonardo Del Vecchio medita di portarsi sopra al 10% dopo aver ottenuto l'autorizzazione Bce per salire al 20%, scrive il Corriere.
Ben raccolta Stm (PA:STM) in rialzo del 2,16%. Ben intonato tutto il settore high tech europeo sull'indiscrezione di Nikkei Asian Review secondo cui Apple (NASDAQ:AAPL) avrebbe chiesto ai fornitori di aumentare la produzione dell'iPhone 11 del 10%, pari a 8 milioni di unità in seguito ad un andamento della domanda sopra le attese. Per equità "la notizia è positiva per tutta la supply chain di Apple compresa Stm per cui Apple nel 2018 aveva rappresentato il 13% del fatturato".
Prosegue anche oggi la debolezza sulle società più esposte alle tensioni commerciali per le esportazioni, come Fca (MI:FCHA) (-1,3%) e Pirelli (MI:PIRC) (-3,45%).
Giù anche Telecom (MI:TLIT) (-1,85%) che amplia i ribassi a fronte del settore tlc europeo piatto.
Spunti sulle utilities, come Iren (MI:IREE) (+1,5%), Hera (MI:HRA)(+1,34%) e A2a(1%) sulle indiscrezioni di una progressiva liberalizzazione del mercato retail elettrico.
Recordati (MI:RECI) in ribasso dello 0,8% dopo il downgrade di Credit Suisse a 'underperform'; secondo la banca il titolo è a premio del 22% in termini di p/e 2020 rispetto ai concorrenti.