Borsa Milano positiva, tocca massimi da metà maggio, bene Mps, Leonardo e lusso

Pubblicato 10.01.2025, 12:31
Aggiornato 10.01.2025, 12:37
© Reuters. Un uomo davanti l'ingresso della Borsa di Milano. REUTERS/Claudia Greco
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MILANO (Reuters) - Avvio di seduta con gli indici in cauto rialzo a Piazza Affari. Si tratta della quinta seduta positiva consecutiva per l'indice delle blue chip l'Ftse Mib, sui massimi da metà maggio scorso.

Allargando lo sguardo sugli altri mercati, Tokyo ha chiuso in calo dell'1%, mentre oggi riapre Wall Street e i futures indicano un avvio negativo al momento.

Quanto all'agenda macro, pochi gli spunti nella zona euro. L'attenzione sarà rivolta oltreoceano. Nel pomeriggio sono in agenda importanti dati sull'occupazione statunitense, in primis i payroll non agricoli: sebbene per dicembre sia atteso un rallentamento del ritmo di crescita, nell'ultimo anno di mandato del presidente Joe Biden sarebbero stati creati negli Usa oltre 2 milioni di posti di lavoro, e circa 3 milioni nel 2023.

Intorno alle 10,00 il Ftse Mib sale dello 0,30%.

Ben raccolto il comparto bancario con in testa Mps (BIT:BMPS) in salita dell'1% circa e nuovi massimi da settembre 2022, galvanizzato dall'incremento della partecipazione da parte di Delfin che si è portata a ridosso della soglia del 10% del capitale, facendo così aumentare l'appeal speculativo sul titolo. Fra le big Intesa (BIT:ISP) e UniCredit (BIT:CRDI) salgono dello 0,45%.

© Reuters. Un uomo davanti l'ingresso della Borsa di Milano. REUTERS/Claudia Greco

Raccolta Leonardo in salita dell'1,55%. Il broker Intermonte ricorda le dichiarazioni del ministro del Made In Italy, Adolfo Urso, sul piano di Baykar per Piaggio Aero, confermando inoltre valutazioni in corso per una partnership strategica tra Leonardo e la società turca sui droni.

Denaro sul lusso con Ferragamo (BIT:SFER) che sale del 2,4% e Moncler (BIT:MONC) dello 0,94%. Sull'andamento del comparto potrebbe influire anche gli sviluppi sull'M&A dopo le indiscrezioni stampa secondo cui Prada starebbe valutando l'acquisto del gruppo di Versace dalla statunitense Capri Holdings.

(Giancarlo Navach, editing Andrea Mandalà)

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