SHANGHAI (Reuters) - La borsa cinese chiude in ribasso la settimana, con i timori per le alte valutazioni e le tensioni tra Cina e paesi occidentali a controbilanciare l'ottimismo generato da dati e sondaggi che mostrano una costante ripresa della seconda economia mondiale.
L'indice blue-chip CSI300 ha chiuso in ribasso dell'1,3% a 4.996,05 punti, mentre lo Shanghai Composite ha perso lo 0,6% a 3.418,87.
A livello di settimana, più corta per via delle festività, il Ci300 ha perso il 2,5% mentre il Ssec lo 0,8%.
Al momento attuale gli analisti restano cauti, citando la mancanza di fattori in grado di dare una spinta positiva e sottolineando la presenza di valutazioni elevate in alcune parti del mercato.
Avic Secureties evidenzia in una nota che le valutazioni azionarie sono sotto pressione con la Cina che sta operando una stretta sulle politiche monetarie, fiscali e creditizie.
Le tensioni tra la Cina e varie nazioni occidentali sono diventate un'altra fonte di preoccupazione per gli investitori.
In controtendenza i titoli bancari e delle materie prime, che hanno guadagnato terreno sulla scia dei dati che indicano una solida ripresa dell'economia cinese.
La crescita dell'export ha avuto un'imprevista accelerazione ad aprile, sostenuta da un balzo della domanda di beni cinesi grazie alla veloce ripresa degli Usa e all'interruzione della produzione manifatturiera in altri paesi colpiti dalla pandemia.
Il settore dei servizi cinese è cresciuto ad aprile al ritmo più alto di quattro mesi, secondo un sondaggio privato pubblicato oggi, anche se i costi crescenti probabilmente peseranno sulla crescita nei prossimi mesi.
(Tradotto da Luca Fratangelo in redazione a Danzica, in redazione a Milano Sabina Suzzu, luca.fratangelo@thomsonreuters.com, +48587696613)