(Reuters) - La conferma del progetto di fusione tra Fiat Chrysler (MI:FCHA) e Renault (PA:RENA) per diventare il terzo gruppo automobilistico al mondo spinge i titoli europei al rialzo in mattinata, mentre gli investitori sono alle prese con i risultati delle elezioni parlamentari europee.
L'indice paneuropeo STOXX 600 segna +0,4% attorno alle 11,00 con tutti i maggiori listini in territorio positivo. Gli scambi però sono rarefatti, a causa della chiusura della Borsa di Londra e di quella statuintense oggi.
Il comparto auto sale all'1,6%, superando tutti gli altri settori, spinto dalla proposta di fusione di Fiat Chrysler con la francese Renault in un accordo che darebbe vita al terzo maggior produttore mondiale di automobili permettendo di fronteggiare alcune debolezze insite in entrambe le aziende.
I titoli di Fca e Renault sono in testa allo STOXX 600, con guadagni superiori al 10%.
I colloqui tra le due case automobilistiche giungono in un periodo nel quale i produttori di auto sono sotto crescente pressione a causa di vendite in calo nei mercati principali e per la necessità di adeguarsi a regolamentazioni sulle emissioni sempre più severe che possono essere affrontate solo con tecnologie costose.
"Per Fiat, che non ha mai investito nelle (tecnologie) 'green', fondersi con qualcuno che conta già un'importante presenza nel mercato elettrico potrebbe essere un ottimo modo per mettersi al passo coi tempi" secondo trader di una banca europea.
"Per Renault l'accordo potrebbe essere ancora più interessante visto che Fiat ha accesso al mercato NAFTA dove la sua presenza (di Renault) è praticamente nulla".
Nel frattempo, il produttore di Peugeot, PSA, cede oltre il 3% colpita dalle notizie sulla fusione.
ISS, società danese di servizi, sprofonda del 7%, trascinando con sé l'indice delle blue chip di Copenhagen sulla scia delle indiscrezioni secondo cui è improbabile che il contratto con Novartis venga esteso.
Gli investitori sono anche concentrati sull'esito delle elezioni europee dove una 'grande-coalizione' bipartitica tra i conservatori del Partito Popolare Europeo (PPE) ed il Gruppo dell'Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici (S&D) ha perso la maggioranza a scapito di un'impennata dei liberali, dei Verdi e dei nazionalisti euroscettici.