di Lisa Jucca
MILANO (Reuters) - I kit di test per Covid-19 di DiaSorin saranno forse meno iconici delle borsette di Prada o di una Ferrari (MI:RACE) ma, durante una pandemia globale, vanno sicuramente a ruba. Se calerà il livello d'emergenza, caleranno anche le vendite dei test per il virus prodotti dall'azienda italiana, che oggi vale 11 miliardi di dollari. Tuttavia, il focus sul biotech rappresenta un passo avanti rispetto ai tradizionali prodotti 'Made in Italy'.
L'immuno-diagnostica non è qualche cosa che si associa automaticamente all'Italia, terra del buon cibo e del design. Tuttavia, la competenza di DiaSorin nello sviluppo di test del sangue, che affonda le proprie radici in una joint venture del 1968 tra la Fiat (MI:FCHA) e la Montecatini, è diventata essenziale quando è esplosa la pandemia.
Nel giro di pochi mesi, il gruppo è diventato capace di rilevare anticorpi del Covid-19 in appena un'ora. Ieri, il Regno Unito è diventato il quarto paese ad adottare i kit sierologici di Diasorin (MI:DIAS) per i test sulla popolazione. Ciò spiega il rialzo del 51% visto quest'anno dal titolo rispetto alla discesa del 12% dell'indice di riferimento STOXX Europe 600.
DiaSorin, nata da un management buyout avvenuto nel 2000 con il sostegno del presidente Gustavo Denegri, ora sta lavorando allo sviluppo di test per il coronavirus su campioni di saliva. Questi test potrebbero richiedere appena cinque minuti, essere a basso costo e facilmente producibili in serie. Se il virus non verrà domato da un vaccino, i test su ampia scala per prevenire il contagio diventeranno la norma.
Tuttavia, l'entusiasmo per l'azienda italiana comporta anche dei rischi. Trattando a 38 volte gli utili stimati, la sua valutazione è inferiore al multiplo di 43 volte della concorrente francese Biomerieux, ma ben al di sopra di quella del rivale più grande Abbott Laboratories (NYSE:ABT), pari a 22 volte. A circa 175 euro, il prezzo delle azioni dell'azienda supera del 15% il target price medio degli analisti di 152 euro, secondo quanto mostrato dai dati Refinitiv.
Inoltre, DiaSorin è alle prese con una concorrenza spietata. Giganti del calibro di Roche e una dozzina di aziende start-up sono impegnate nella corsa per lo sviluppo di test per Covid-19 sempre più rapidi e precisi. L'arrivo di un vaccino sul mercato causerebbe un immediato crollo per la domanda dei test. D'altro canto, ci sarebbe una ripresa nella domanda dei esami di routine, in calo durante la fase di lockdown ma che hanno rappresentato la parte più consistente dei ricavi di DiaSorin nel 2019, pari a 706 milioni di euro.
Ciò nonostante, l'attuale crisi sanitaria ha dimostrato l'essenzialità dell'immuno-diagnostica nella gestione di una pandemia. A differenza delle borsette alla moda, i sofisticati prodotti biotecnologici non possono essere replicati facilmente o prodotti economicamente in paesi in via di sviluppo. Per l'Italia, una nazione che ha visto uno dei peggiori focolai del virus, un maggiore attenzione per aziende come DiaSorin potrebbe spianare la strada verso un futuro più ricco.
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(Tradotto da Redazione Danzica, in Redazione a Milano Maria Pia Quaglia)