Broadcom è sulla buona strada per finalizzare la sua più grande acquisizione fino ad oggi, quella di VMware per 69 miliardi di dollari, entro novembre. Questo progresso arriva nonostante i potenziali ritardi dell'Amministrazione statale cinese per la regolamentazione del mercato (SAMR) e le preoccupazioni degli investitori, come riportato dal Financial Times. Nonostante queste difficoltà, le due aziende hanno confermato che non ci sono ostacoli legali negli Stati Uniti e hanno ottenuto l'autorizzazione alla fusione da diverse giurisdizioni, tra cui Australia, Brasile, Canada, Israele, Giappone, Sudafrica, Corea del Sud, Taiwan e Regno Unito.
L'accordo, valutato inizialmente 61 miliardi di dollari e ora 69 miliardi, è stato considerato un evento di mercato significativo. Le potenziali battute d'arresto da parte degli enti normativi cinesi potrebbero mettere a rischio la scadenza del 26 novembre. La situazione è stata analizzata in modo approfondito da Seana Smith e Brad Smith nella loro ampia analisi di mercato su Yahoo Finance Live.
Di fronte ai severi controlli sui chip da parte dell'amministrazione Biden, Broadcom e VMware sono rimaste ferme nei loro piani di fusione. Nell'ambito della loro strategia per ottenere l'approvazione dell'antitrust dell'UE, Broadcom ha offerto soluzioni al concorrente Marvell Technology.
L'imminente acquisizione rappresenta il più grande buyout di Broadcom ed è tenuta sotto stretta osservazione dagli osservatori del settore per il suo potenziale impatto sul mercato globale dei semiconduttori.
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