di Maria Pia Quaglia e Francesca Landini
MILANO (Reuters) - Campari (MI:CPRI) ha archiviato il primo semestre con una marginalità operativa in ridimensionamento al 19,3% dal 19,7%, un utile netto rettificato a 93,5 milioni (+21,1%) e una crescita organica delle vendite del 6,8% a 844,7 milioni.
La delusione sul mercato per la debolezza dei margini, frutto di un preannunciato aumento della spesa per pubblicità e promozioni e dei costi di struttura, ha offerto spunti per vendere un titolo che negli ultimi mesi ha toccato i massimi storici (6,41 euro).
Campari, che già trattava in calo prima della diffusione dei risultati, si è spinto sotto quota 6 euro con scambi molto elevati prima di ridimensionare il ribasso nel primo pomeriggio.
"Il titolo è carissimo, per sostenere questi multipli ci vuole over delivery", commenta un analista che ha chiesto di non essere citato.
Ma, sul fronte dei margini, la normalizzazione di investimenti pubblicitari e costi di struttura nella seconda metà dell'anno - dopo un primo semestre che ha visto una concentrazione temporale dei primi ed un aumento della spesa per il rafforzamento distributivo (questi ultimi a 179,4 milioni, un aumento organico del +10,6%) - si tradurrà in un Ebit margin organico piatto sull'esercizio rispetto al 2016. [nL5N1KP5J1]
Nel corso della conference call con gli analisti, il Cfo Paolo Marchesini ha inoltre anticipato che l'incidenza sulle vendite delle spese per pubblicità e promozioni sarà quest'anno del 18,7% - più o meno una possibile variazione di 20 punti base - rispetto al 17,9% del 2016. Nel primo semestre il rapporto è stato del 19,3% per un ammontare di 162,7 milioni.
Confermato l'outlook per l'esercizio anche se il risultato del secondo semestre potrebbe essere penalizzato dal rafforzamento del dollaro e il margine lordo - in salita nel primo semestre al 59,8% dal 57,3% - risentire del rincaro dei materiali nei mercati emergenti e da rialzi nei prezzi di alcune materie prime, quali l’agave.
VOLUMI GRAND MARNIER IN RIPRESA NEGLI USA
La conference call odierna è stata anche l'occasione per confermare l'obiettivo di un Ebitda di 47 milioni nel 2017 per Grand Marnier, marchio acquisito l'anno scorso in quella che è stata la maggiore acquisizione della storia del gruppo di superalcolici italiano.
L'AD Bob Kunze-Concewitz ha detto che i volumi del distillato all'arancia sono tornati già a crescere negli Stati Uniti, il suo maggiore mercato, di una percentuale "low to mid single digit nonostante l'eliminazione delle versioni aromatizzate". Un'azione di razionalizzazione della gamma e della scontistica ancora più incisiva è stata fatta sul marchio in Europa, dove il lavoro per ampliare l'utilizzo del liquore dai dessert ai cocktail "richiederà del tempo".
In Europa Campari ha comunicato oggi di aver raggiunto un accordo per la cessione della sede di Grand Marnier a Parigi per 35,3 milioni.
Al 30 giugno l'indebitamento finanziario netto era pari a 1.252,8 milioni che non include i proventi derivanti dalle recenti cessioni per 197,5 milioni.
Poco dopo le 15 il titolo Campari cede il 2,9% a 6,11 euro con volumi oltre cinque volte la media giornaliera su 30 giorni.