MILANO (Reuters) - Redditività in aumento per Campari (MI:CPRI) nel 2017 con l'Ebit rettificato in crescita del 7,9% a 380,5 milioni di euro, un incremento organico dell'8,7% che è stato superiore all'accelerazione delle vendite (+6,3% a 1,816 miliardi di euro). Una crescita che, avendo più che compensato gli investimenti in attività di brand building e potenziamento distributivo, ha portato ad un'espansione della marginalità operativa sulle vendite di 50 punti base.
L'utile netto rettificato, informa inoltre una nota, si è attestato a 233,4 milioni, in aumento annuo del 17,5% a fronte di attese Thomson Reuters Smartestimates di 230,6 milioni.
I risultati, superiori alle previsioni di un primario broker italiano, hanno inizialmente messo il vento in poppa al titolo, balzato di circa il 3% fino ad un massimo di seduta di 6,555 euro prima di invertire bruscamente rotta a valle della conference call del management con gli analisti e arrivare a perdere circa il 2% a 6,16 euro.
Un operatore, interpellato a proposito dello storno, parla di "soft guidance per il 2018".
In conference call il Cfo Paolo Marchesini ha spiegato che l'impatto negativo del rincaro dell'agave (10-12 milioni di euro), unito a quello riconducibile alle perdite nel business dello zucchero in Giamaica (6-7 milioni), dimezzerà a 60 dai 120 punti base del 2017 la crescita del gross margin.
In generale il gruppo ha parlato di prospettive positive per l'anno prossimo grazie "alla continua sovra performance delle marche a priorità globale e regionale a elevata marginalità nei principali mercati sviluppati" e nonostante un effetto cambio e perimetro negativo sulle vendite e sulla gestione corrente.
Sul fronte M&A il Ceo Bob Kunze-Concewitz ha confermato la strategia del gruppo, escludendo nell'immediato ulteriori dismissioni di asset non strategici.
Per migliorare l'efficienza della propria operatività Campari ha anche deciso di trasferire la propria sede americana da San Francisco a New York e un'ottimizzazione delle attività produttive in Brasile, iniziative i cui costi non ricorrenti saranno compensati dalla plusvalenza derivanti dalla cessione del business dei soft drinks.
Aperol si è confermato nel 2017 il maggiore marchio del gruppo e quello con i più alti tassi di crescita (+19,5% organico nel 2017). La vodka Skyy è rimasta viceversa debole nel proprio principale mercato, gli Usa, con una flessione organica annua del 3,5% nonostante una crescita del 2,5% nel quarto trimestre.
"Ci aspettiamo che Skyy sia piuttosto piatta nel 2018 con gli Stati Uniti in leggerissima discesa", ha detto il Ceo.
Invariate le vendite del quarto trimestre in Italia, che registra una crescita organica del 2% sull'anno.
Il cda oggi ha deliberato infine la proposta di un dividendo di 0,05 euro per azione, in aumento del +11,1% rispetto all'esercizio precedente.