(Reuters) - Citigroup ha chiuso il terzo trimestre con un calo del 9% del'utile appesantito dall'aumento degli accantonamenti sui rischi di credito, in particolare sulle carte di credito.
L'utile netto del terzo istituto di credito statunitense è sceso a 3,2 miliardi di dollari, pari a 1,51 dollari per azione, rispetto ai 3,5 miliardi di dollari, pari a 1,63 dollari per azione, dell'anno precedente.
I ricavi sono aumentati dell'1% a 20,3 miliardi di dollari.
Le attività corporate di Citi, così come quelle dei rivali JPMorgan Chase e Wells Fargo (NYSE:WFC), hanno beneficiato della ripresa dei mercati dei capitali, che ha portato la propria clientela a ricorrere maggiormente all'emissione di debito e capitale.
L'investment banking è stato un punto di forza per il secondo trimestre consecutivo, con un aumento dei ricavi a 934 milioni di dollari. Il taglio dei tassi di interesse operato dalla Fede il mese scorso alimenta la fiducia su un rilancio dei deal societari e delle Ipo.
Da inizio anno il titolo Citi ha guadagnato il 28%, mentre l'indice delle banche a grande capitalizzazione è salito del 25% e l'indice S&P 500 ha visto un aumento del 23% nello stesso periodo.
(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Andrea Mandalà)