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CNH e la 'guerra dei camion elettrici' tra Nikola e Tesla

Pubblicato 11.06.2020, 14:12
Aggiornato 11.06.2020, 14:15

Di Mauro Speranza

Investing.com – Scoppia la 'guerra dei camion elettrici' tra due grandi società di Wall Street, con l'Italia protagonista.

La settimana scorsa, infatti, sbarcava alla borsa di New York (Nasdaq) Nikola Corporation, società produttrice di camion elettrici, 'fresca' di fusione con VectroIQ, con un prezzo iniziale a 34 dollari, subito 'schizzato' a 94 dollari nella seduta di martedì.

La 'matricola' Nikola Corporation vede una partecipazione italiana, in quanto è detenuta al 7,11% da CNH Industrial tramite Iveco e nei mesi scorsi Exor (MI:EXOR), controllante di CNH, aveva annunciato l'investimento di 250 milioni di dollari.

Nikola, società americana di progettazione e produzione di autocarri ibridi con sede a Phoenix, in Arizona, non ha mai venduto uno solo dei suoi camion elettrici e capitalizza già 26 miliardi di dollari, più di FCA (MI:FCHA) (19,9 miliardi) e prossima a Ford (27,4 miliardi).

La società ha annunciato ordini per 10 miliardi di dollari relativamente ai suoi due modelli di camion 100% elettrici, ovvero Bev Nikola Tre Classe 8, in produzione all'inizio del prossimo anno, e Nikola Two CLASS 8 FCEV, atteso solo nel 2023.

Inoltre, Nikola non possiede ancora una fabbrica ma secondo i piani industriali il prossimo anno verrà costruito uno stabilimento produttivo di 112.000 m², a Sud di Phoenix.

CNH Industrial

Exor, controllante di CNH, aveva annunciato l'investimento in Nikola di 250 milioni di dollari. “Questa partecipazione”, spiegano gli analisti di Equita SIM, “ai prezzi di mercato vale oggi circa 1,7 miliardi di euro (pari a circa 1,1 euro per azione) con un effetto positivo sulla nostra valutazione di circa un euro per azione”.

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Gli analisti sottolineano però che “è più difficile da valutare l'impatto positivo derivante dai volumi di produzione e distribuzione in Europa affidati a CNH, dato che l'heavy truck elettrico Nikola Tre è basato sulla piattaforma del nuovo Iveco SWay lanciato lo scorso luglio”.

Questi esperti ritengono, quindi, che per Iveco, “l'impatto positivo sui volumi sia piuttosto diluito nel tempo: le motorizzazioni elettriche dovrebbero arrivare nel corso del 2021 e quelle a idrogeno nel 2023”.

Inoltre, per Equita, che ha un giudizio hold sul titolo CNH con target price a 7 euro, “questo business genera margini inferiori alla media trattandosi di produzione per conto terzi. Stimiamo che il business degli heavy truck nel 2019 rappresenti circa il 20% dei volumi di Iveco”.

Tesla

Molti analisti si sono affrettati a definire Nikola la 'Tesla dei camion', ma la società di Elon Musk non si accontenta dello spazio, ma decide di accelerare proprio nel settore.

In un’email inviata allo staff di Tesla e citata da Reuters e dai media americani, l’imprenditore annuncia che è arrivato il momento di avviare la “produzione in serie” del tir elettrico Semi, fin'ora previsto nel 2019 ma poi rinviata al 2020.

A questo messaggio non sono arrivati comunicazioni ufficiali, ma la semplice indiscrezione aveva fatto decollare il titolo Tesla (NASDAQ:TSLA) a Wall Street, superando i 1 mille dollari.

Come conseguenza, il titolo Nikola Corporation (NASDAQ:NKLA) chiudeva la seduta di ieri con un -18,46%, tornando a 65 dollari per azione, trascinando con sé anche CNH Industrial NV (MI:CNHI), oggi protagonista di una giornata difficile (-7%).

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Nella nota interna, Musk non svelava molti dettagli, limitandosi a spiegare che “la produzione della batteria e del gruppo propulsore avrà luogo nella Gigafactory in Nevada” e il resto sarà prodotto in “altri stati”. Nessuna indicazione sui tempi, già dilatati rispetto alle intenzioni iniziali.

Il Tesla Semi comprende le tecnologie per la guida autonoma con quattro propulsori elettrici volti ad assicurare un’autonomia massima di 800 km, si ricarica in 30 minuti, accelerazione da 0 a 100 kmh in 20 secondi e bassissimi consumi (meno di 2 kWh ogni 1,6 km) con quindi enormi risparmi potenziali nell’ambito dei mezzi di trasporto pesanti.

Il tir Tesla ha un’autonomia di 800 chilometri a ricarica. Si ricarica in 30 minuti. Può trasportare fino a 36 tonnellate ed è dotato di un Autopilot che permette di mantenere il mezzo a una determinata velocità, restare nella propria corsia o frenare in caso di emergenza.

Anche se non arriverà sulle strade prima del 2021, può già essere prenotato online con un anticipo di 20.000 dollari, mentre il prezzo finale si aggira tra 150mila e 200mila dollari.

Ultimi commenti

capitalizzazione veramente distorta
Questi sono gli USA, si crede e si investe nel futuro, ( che verrà senz'altro), mentre da noi ci affondiamo in un mare di regole e bolli, che inibiscono idee e investimenti, e non si riesce a uscire da questo mondo cartoriale che ci condanna a diventare irrilevanti ,non ci salverà avere il marchio Made in Italy ,non basta più.
Se leggi qualche blog americano, anche là i problemi non mancano x una azienda. È vero che le startup vengono trattate con rispetto.
Siamo oltre il fantasy qui..800km di autonomia con quel peso trainabile..Se già gli si incendiano le auto chissà che temperature sforneranno su tir del genere..
cioè fatemi capire una cosa nikola non ha venduto 1 solo camion non ha 1 sede per costruire i veicoli, ma capitalizza 26 miliardi più di fca e vicina a ford? potremmo essere di fronte a qualcosa di storico...in negativo però
Un camion elettrico con autonomia di 800 km e 36 tonnellate di carico massimo deve avere della batterie che in caso di incidente sarà bene evacuare un'intera contea. :D
ricordo che un camion diesel sotto al monte bianco ha fatto 36 morti
Certo, in quel caso bruciò un camion frigo, con tutti gli isolanti ed il carburante, peggio di così non poteva essere. Rimane cmq il fatto che le batterie al litio attuali non scherzano (provato x esperienza diretta)
credevo che l l'elettrico fosse solo per auto e 2 ruote...sono sorpreso
Questi fumano alberi di marijuana per comprare a questi prezzi !
Buttatevi sul gas è l'unica soluzione
Troppo carico elettrico non può funzionare
In Italia compriamo la maggior parte della corrente elettrica dall'estero e non abbiamo le linee elettriche strutturate per sopportare una carica delle batterie di un camion elettrico.
Leggete i report di Terna. Importiamo al massimo il 13% del nostro fabbisogno! Occhio a non dire sciocchezze.
si ma il punto è: 1 come produciamo l'energia elettrica? e 2 se ora importiamo il 13% con auto e camion elettriche quanta ne importeremmo?
FRANCIA E SVIZZERA !!!
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