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Coronavirus, metalmeccanici e chimici scioperano in Lombardia contro governo

Pubblicato 23.03.2020, 16:58
© Reuters. Alcuni operai tengono in mano delle bandiere della FIOM durante uno sciopero a Roma.
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di Francesca Landini e Angelo Amante

MILANO (Reuters) - I sindacati della Lombardia hanno proclamato per il 25 marzo uno sciopero esteso a diverse categorie contro il decreto del governo sulla chiusura della attività produttive non essenziali, giudicando le nuove norme insufficienti ad arginare l'epidemia di coronavirus.

Nella serata di ieri, quasi 24 ore dopo l'annuncio in conferenza stampa, il governo ha reso noto il testo del decreto, mirato a ridurre al massimo gli spostamenti delle persone e a limitare i rischi di contagio sul luogo di lavoro.

Il governo ha imposto lo stop, tra le altre, alle industrie del mobile e dell'auto, ma l'elenco dei settori autorizzati ad andare avanti è stato giudicato troppo esteso dai sindacati.

Mercoledì prossimo, metalmeccanici, chimici e lavoratori del ramo tessile e della lavorazione di gomma e plastica incroceranno le braccia per otto ore in Lombardia, con l'eccezione delle aziende legate a bisogni essenziali e di pubblica utilità.

"In rapporto al disastro che si sta vivendo in questa regione, crediamo si sia persa un'occasione di dimostrare di voler realizzare lo "state a casa", ha detto Alessandro Pagano, leader della Fiom in Lombardia, aggiungendo che è prevista un'esclusione dallo sciopero per chi produce beni utili al sistema sanitario.

La Lombardia è la regione più colpita in assoluto dal coronavirus, con 25.515 casi confermati a ieri, compresi i 3.095 morti.

Tra le principali aziende che hanno annunciato la chiusura degli stabilmenti in Italia ci sono Fca (MI:FCHA), Ferrari (MI:RACE) e Pirelli (MI:PIRC).

I sindacati dei chimici, tessile e gomma e plastica hanno accusato il governo di aver "ceduto alle indebite pressioni di Confindustria", si legge in una nota, mantenendo aperto un numero eccessivo di aziende.

"Uno sciopero generale non riesco a capire su cosa", ha detto stamane a Radio Capital il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia prima che i sindacati ufficializzassero la loro decisione, sottolineando la grande portata delle restrizioni volute dall'esecutivo.

Secondo Boccia, una chiusura del 70% delle attività economiche costerebbe all'Italia 100 miliardi di euro al mese.

Le federazioni della Lombardia incassano il sostegno dei sindacati nazionali, con il leader Cgil Maurizio Landini che ha assicurato l'appoggio ai lavoratori in agitazione nei siti privi delle misure di sicurezza adeguate a evitare contagi.

Per il segretario nazionale della Uil Metalmeccanici, Rocco Palombella, i sindacati regionali "hanno fatto bene a proclamare uno sciopero generale, perché da una parte c’è la mancata disponibilità di alcune aziende di applicare misure sanitarie e di sicurezza, dall’altra il mancato recepimento del governo della limitazione della continuità produttiva solo alle attività essenziali".

Anche i lavoratori bancari lasciano presagire iniziative analoghe, annunciando la mobilitazione e minacciando lo sciopero.

"I dipendenti del settore, tra i quali si registrano molti casi di positività al Coronavirus, non operano in condizioni di sicurezza", hanno detto le principali organizzazioni dei bancari, lamentando la mancata distribuzione di mascherine, gel igienizzanti e guanti.

Le banche hanno già chiuso centinaia di filiali in tutta Italia, accorciando gli orari di apertura e chiedendo ai clienti di venire su appuntamento.

© Reuters. Alcuni operai tengono in mano delle bandiere della FIOM durante uno sciopero a Roma.

(Hanno contribuito Valentina Za e Stephen Jewkes, In redazione a Milano Cristina Carlevaro)

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