MILANO (Reuters) - Le difese degli ex AD di Finmeccanica (MI:SIFI) e AgustaWestland Giuseppe Orsi e Bruno Spagnolini, hanno chiesto alla Corte d'Appello di Milano la conferma dell'assoluzione di primo grado dall'accusa di corruzione internazionale e l'assoluzione da quella di false fatture che era valsa a entrambi gli imputati una condanna a due anni al termine del processo al Tribunale di Busto Arsizio nell'ottobre 2014 sulle presunte tangenti sull'appalto da 560 milioni per 12 elicotteri all'India nel 2010.
L'udienza di oggi, dedicata per tutta la giornata alle arringhe, si è aperta con l'intervento dell'avvocato Ennio Amodio, difensore di Orsi, che ha accusato "il pm di primo grado" di non aver "adempiuto all'onere della prova".
"Nel dibattimento manca del tutto la prova a carico", ha insistito, parlando di "manifesta inerzia nella conduzione del processo di primo grado" da parte dell'accusa che, secondo il legale, si sarebbe basata su una "manciata di congetture, una poltiglia congetturale".
L'avvocato Novella Galantini, legale di Orsi, e l'avvocato Massimo Bassi, difensore di Spagnolini, si sono concentrati più sul dettaglio del capo di imputazioni di false fatturazioni. Tutte le difese hanno chiesto la riforma della sentenza per questa accusa "perché il fatto non costituisce reato".
L'udienza è stata poi rinviata al prossimo 7 aprile, quando, dopo eventuali repliche, i giudici d'appello potrebbero entrare in camera di consiglio per la sentenza.
La settimana scorsa, al termine della requisitoria, il procuratore di Busto Arsizio Gianluigi Fontana e il sostituto procuratore generale Tiziano Masini avevano chiesto la condanna a sei anni di reclusione per Orsi e a cinque per Spagnolini, oltre alla confisca di 7,5 milioni di euro. La parte civile Agenzia delle Entrate aveva invece chiesto un risarcimento di 8,35 milioni.
(Emilio Parodi)