MILANO (Reuters) - Eni (BIT:ENI) chiude il 2022 con una redditività più che raddoppiata rispetto al 2021 grazie al balzo del prezzo del petrolio con il Brent in salita del 43% anno su anno.
In tarda mattina i vertici della major petrolifera sveleranno al mercato, in una presentazione a Roma, i dettagli della nuova strategia industriale per i prossimi anni e per il 2023.
L'utile operativo adjusted (senza le componenti straordinarie) di gruppo nell'esercizio 2022 si attesta a 20,4 miliardi di euro raddoppiato rispetto al 2021 e riflette "l'eccellente andamento dei settori E&P, GGP e del business R&M", si legge in una nota.
L'utile netto adjusted è stato pari a 13,3 miliardi, in aumento di 9 miliardi rispetto al 2021 grazie agli "eccellenti risultati della gestione industriale e al notevole contributo delle partecipate valutate con il metodo del patrimonio".
Relativamente al quarto trimestre, l'utile netto adjusted è stato pari a 2,5 miliardi, registrando un aumento di quasi il 50% rispetto al corrispondente periodo 2021.
In borsa il titolo cede l'1,1% a 13,96 euro dopo un minimo a 13,78 euro in avvio di seduta penalizzato da realizzi. Secondo un trader, i risultati sono molto forti, allineati al consensus e quindi si vende, secondo il motto "sell on news". Anche Banca Akros evidenzia che "il cashflow del quarto trimestre è stato solido, in linea con le nostre stime e coerente con gli obiettivi del 2022".
Andando nel dettaglio delle singole divisioni, E&P (Exploration & Production) ha conseguito un incremento di Ebit di oltre il 70% a 16,4 miliardi "grazie all’elevato grado di leva operativa rispetto allo scenario delle materie prime".
Il comparto GGP (Global Gas & LNG Portfolio) ha realizzato un Ebit di 2,1 miliardi, "provvedendo alla sostituzione di gas russo con gas equity o da paesi ove operiamo ed assicurando la continua ottimizzazione del portafoglio gas e GNL in un contesto di offerta insufficiente, garantendo stabilità e sicurezza degli approvvigionamenti per i clienti e la gestione dei rischi finanziari".
Relativamente alla questione degli approvvigionamenti, l'AD Claudio Descalzi ha sottolineato che "durante l’anno abbiamo concluso una serie di accordi e di attività per rimpiazzare in modo definitivo il gas russo entro il 2025, potendo contare sulle nostre solide relazioni con i paesi produttori e sul nostro modello di sviluppo accelerato, che ci consentiranno di incrementare i flussi di gas da Algeria, Egitto, Mozambico, Congo e Qatar".
R&M (Refining & Marketing) ha ottenuto il migliore risultato di sempre con un Ebit di 2,2 miliardi rispetto a un risultato in pareggio nel 2021, grazie alla disponibilità degli impianti e all’ottimizzazione dei prodotti cogliendo le opportunità della ripresa dello scenario di raffinazione, dice la nota.
Plenitude (che raggruppa le attività retail e rinnovabili del gruppo) ha raggiunto gli obiettivi operativi e finanziari del 2022 con un Ebit di 0,34 miliardi e una capacità rinnovabile di 2,2 GW.
La produzione di idrocarburi dell'anno è stata pari a 1,610 milioni boe/giorno, in calo del 4% rispetto al 2021, a seguito di interruzioni non programmate e cause di forza maggiore.
"I risultati operativi e finanziari che abbiamo raggiunto sono stati eccellenti, così come la capacità di garantire in tempi rapidi forniture stabili all'Italia e all'Europa e il progresso nei piani di decarbonizzazione", ha commentato Descalzi.
"La forte generazione di cassa organica con un flusso di 20,4 miliardi ci ha permesso di finanziare gli investimenti e la crescita, di ridurre il rapporto di indebitamento al minimo storico di 0,13 e di remunerare gli azionisti con 5,4 miliardi attraverso i dividendi e l'esecuzione di un programma accelerato di riacquisto delle azioni proprie", ha aggiunto.
(Giancarlo Navach, editing Stefano Bernabei, Claudia Cristoferi)