MILANO (Reuters) - Eni (BIT:ENI) ha registrato un calo del 49% dell'utile netto rettificato nel secondo trimestre in seguito all'indebolimento dei prezzi delle materie prime, ma, grazie a una forte performance nel settore del gas, ha comunque superato le previsioni.
L'utile netto adjusted è pari a 1,94 miliardi contro i 3,81 miliardi dell'anno precedente, ma al di sopra del consenso degli analisti di 1,64 miliardi di euro, mentre l'utile operativo adjusted è di 3,4 miliardi contro 5,8 miliardi un anno fa.
Nel secondo trimestre la produzione di idrocarburi è stata in media di 1,61 milioni di barili equivalenti al giorno, con un aumento del 2% su un anno prima, ed è confermata la guidance di 1,63-1,67 milioni boe/g per l'intero anno con uno scenario di un prezzo del greggio di 80 dollari al barile. Per il terzo trimestre la produzione è prevista a circa 1,63 milioni boe/g.
Il gruppo controllato dallo Stato ha aumentato la guidance per il 2023 per il settore del gas (Ggp) dopo aver sostenuto i risultati del gruppo nel secondo trimestre con un utile operativo rettificato di 1,1 miliardi di euro, più del doppio delle previsioni degli analisti di 0,5 miliardi.
Dopo l'invasione russa dell'Ucraina lo scorso anno, Eni si è mossa rapidamente per sostituire le forniture di gas di Mosca con il carburante estratto nei Paesi africani, rafforzando la sua posizione sui mercati del gas.
L'attività di trading relativa al suo ampio portafoglio di gas e le rinegoziazioni e le liquidazioni relative ai contratti sono stati i fattori alla base della buona performance della divisione negli ultimi tre mesi, ha comunicato il gruppo.
Eni si aspetta ora che l'attività del gas raggiunga un ebit compreso tra 2,7 e 3,0 miliardi di euro su base annua rispetto alle precedenti stime di 2,0 - 2,2 miliardi di euro.
Per l'attività Ggp l'utile operativo rettificato è stato di 1,1 miliardi e viene rivista al rialzo la guidance per il 2023 a 2,7 - 3,0 miliardi contro 2,0 - 2,2 miliardi della stima precedente.
Confermato l'outlook sull'ebit adjusted a 12 miliardi, mentre viene rivisto al ribasso quello sugli investimenti a 9 miliardi contro i 9,2 precedenti già inferiori ai 9,5 iniziali, "beneficiando di continue azioni di ottimizzazione e di efficienza".
Eni ha inoltre, ha migliorato le prospettive per l'intero anno della propria unità a basse emissioni di carbonio Plenitude.
PREMIARE GLI INVESTITORI
Shell e TotalEnergies hanno registrato forti cali degli utili nel secondo trimestre a causa dell'indebolimento dei prezzi del petrolio e del gas, dei margini di raffinazione e dei risultati commerciali.
"Eni ha riportato una forte serie di risultati del secondo trimestre, con l'ebit rettificato e i ricavi netti che superano di gran lunga le previsioni del mercato", ha detto Royal Bank of Scotland in una nota, aggiungendo che la nuova guidance per la divisione gas ha segnato un significativo rialzo rispetto alle aspettative.
Alle ore 10,50 italiane, i titoli del gruppo salgono dello 0,5% circa sovraperformando l'indice blue-chip di Milano.
Nel secondo trimestre Eni e altri gruppi energetici hanno dovuto far fronte a una diminuzione del 30% dei prezzi del greggio e a un calo di oltre il 60% dei prezzi del gas e dei margini di raffinazione rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Nonostante le prospettive più deboli per i prezzi delle materie prime, Eni ha detto che continuerà un programma di riacquisto di azioni avviato a maggio.
"Considerando l’andamento del primo semestre e il chiaro progresso dei nostri settori di attività, che porta a un miglioramento nella previsione dei risultati ad anno intero, si confermano i solidi fondamentali sulla cui base corrispondere a
settembre la prima rata trimestrale del dividendo annuo di 0,94 euro per azione, aumentato rispetto all’esercizio precedente, nonché proseguire il programma di riacquisto di azioni da 2,2 mld avviato a maggio", ha detto l'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi.
(Gianluca Semeraro, editing Stefano Bernabei)